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In evidenza
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"La prima volta che te l'ho chiesto,
hai detto di no. Ti ricordi?". La regista Alison Ellwood,
abbarbicata su un'alta sedia da set, sul palco del Chinese
Theatre di Los Angeles, pone la domanda alla sua vicina,
anch'ella in equilibrio precario davanti al tendone di velluto
rosso del teatro più antico dell'Hollywood boulevard. È una
donna minuta, con i capelli cotonati color platino e un tailleur
giallo brillante: "Certo che ho detto no. Non sono mica morta!".
Esordisce così Cyndi Lauper, 71 anni tra due settimane, 40
passati a portare in giro per il mondo le sue canzoni
iconoclaste e battagliere. Il 4 giugno ha presentato il
documentario Lasciate cantare il canarino, in cui Ellwood
ricostruisce la sua vita e la sua carriera, dopo che nel 2020
aveva firmato un bel docu in due parti su altre icone della
musica e dell'attivismo americano e mondiale, Laurel Canyon: A
Place in Time. "Dopo aver visto quel film, non ho potuto
resisterti e ho accettato la proposta - scherza Lauper -. Mi
sono detta: 'è la persona giusta, di sicuro non fa una roba
celebrativa come se fossi passata a miglior vita, una specie di
Santa Cyndi'". Con lei come voce narrante, materiali d'archivio
e altre interviste, prende vita un'ora e mezza di risate e
lacrime per quella ragazza che voleva solo divertirsi e - di
pari passo - ha fornito alle donne in tutto il mondo un allegro
inno di libertà e sfrontatezza. E se la cantante di Time After
Time o Girls Just Wanna Have Fun ha annunciato che il tour del
prossimo autunno sarà l'ultimo, di certo non ha intenzione di
abbandonare gli abiti dell'attivista per i diritti delle donne e
della comunità LGBTQ+. "Cosa si sente di dire in questo momento
in cui nel nostro Paese sono messe in discussione molte delle
conquiste che voi avete ottenuto?", le ha chiesto dalla platea
Jamie Lockhart dell'associazione a favore del diritto all'aborto
Planned Parenthood. Cyndi non si è tirata indietro: "Fight the
good fight - ha detto -. Combattete, non smettete di lottare per
la giusta causa. Non potete arrendervi. La cosa peggiore che
puoi fare quando sai che qualcosa non va bene è stare zitto.
Bisogna alzare la voce per ogni donna, per quel tuo amico o
parente che è diverso dagli altri, per un paese che avrebbe
dovuto basarsi sulla libertà di religione e sulla separazione
tra Stato e Chiesa. Non smettete di difendere la costituzione
che molti di questi personaggi, compresi i membri della Corte
Suprema, hanno opportunamente dimenticato", ha continuato
Lauper, che nel pomeriggio ha lasciato le sue impronte sul
cemento davanti al teatro. "Può candidarsi come presidente, per
favore?", l'ha supplicata un uomo dal pubblico. "Sarebbe un
disastro, ho la diplomazia di una pulce", ha risposto lei con
una risata.
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