Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
(di Claudio Salvalaggio) "Credo
che il mio primato come presidente, la mia leadership nel mondo,
la mia visione per il futuro dell'America meritassero tutti un
secondo mandato. Ma niente può ostacolare il salvataggio della
nostra democrazia, e questo include l'ambizione personale. La
soluzione migliore è passare il testimone a una nuova
generazione. Questo è il modo migliore per unire la nostra
nazione e il partito": con un solenne discorso storico alla
nazione di 15 minuti, che entrerà a far parte della sua
eredita', Joe Biden ha spiegato così dallo studio Ovale il
motivo del suo ritiro dalla corsa domenica scorsa, dopo le
crescenti pressioni nel suo partito in seguito alla debacle nel
dibattito tv con Donald Trump. Nessun ragione medica, quindi, ma
la consapevolezza che era necessario fare un passo indietro per
il bene del Paese e del partito. Uno spirito di sacrificio e un
amore di patria che ha paragonato a quelli di Thomas Jefferson,
George Washington e Roosevelt. "My fellow americans" (miei
concittadini americani)", ha esordito con tono quasi colloquiale
dal 'resolute desk', con dietro le foto di famiglia. "Venero la
mia carica, che è stato l'onore della mia vita, ma amo di più il
Paese. La difesa della democrazia è più importante di qualsiasi
titolo", ha insistito, avvisando però che "il compito sacro di
perfezionare la nostra Unione non riguarda me ma voi, le vostre
famiglie, il vostro futuro. Si tratta di 'we the People' (noi il
popolo, citazione dal preambolo della costituzione americana,
ndr). Quindi ha ammesso che "è arrivato il momento di voci
nuove, si', piu' giovani". Come quella della sua vice Kamala
Harris, cui ha rinnovato il suo endorsement: "e' esperta, tosta
e capace". Il commander in chief ha anche deluso quanti, da
Trump a molti repubblicani, gli chiedono di dimettersi dalla
presidenza, assicurando che "finirò il lavoro". "Nei prossimi
sei mesi mi concentrerò sul mio lavoro di presidente. Ciò
significa che continuerò a ridurre i costi per le famiglie che
lavorano duramente e a far crescere la nostra economia.
Continuerò a difendere le nostre libertà personali e i nostri
diritti civili, dal diritto di voto al diritto di scelta". E
continuerà ad impegnarsi "per la pace a Gaza" e "per mantenere
il sostegno all'Ucraina". Primo appuntamento oggi con Benjamin
Netanyahu. Quindi ha elogiato la forza della democrazia
statunitense e ricordato che tutto e' nelle mani degli elettori.
L'America, ha detto, è "più forte" di "qualsiasi dittatore o
tiranno" ma "la storia, il potere e l'idea dell'America è nelle
vostre mani". "Ora dovete scegliere tra la speranza e l'odio,
tra l'unità e le divisioni", ha proseguito evocando
indirettamente la retorica incendiaria del tycoon. Usando come
sfondo lo studio Ovale per la quarta volta, l'81/enne Biden
suggella così una carriera di 50 anni, diventando il primo
presidente in carica a non cercare la rielezione dal 1968,
quando Lyndon Johnson, sotto accusa per la sua gestione della
guerra del Vietnam, si ritirò improvvisamente dalla campagna a
inizio primarie. Biden si unisce anche a James K. Polk, James
Buchanan, Rutherford B. Hayes, Calvin Coolidge e Harry Truman
nella lista dei presidenti che hanno deciso di non ricandidarsi.
Notizie ANSA Scegli l’informazione di ANSA.it
Abbonati per leggere senza limiti tutte le notizie di ANSA.it
Abbonati oraSe è una notizia,
è un’ANSA.
Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.
Resta connesso
Ultima ora