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In evidenza
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L'immigrazione è la "linfa vitale
dell'America" ma l'ospitalità degli americani "si sta esaurendo"
e "non agire" su quanto sta accadendo al confine con il Messico
"non era più un'opzione". Joe Biden annuncia così una drastica
stretta sui migranti, uno dei temi cruciali delle elezioni e in
cui Donald Trump è visto, secondo i sondaggi, più risoluto e
determinato del presidente . Proprio l'ex inquilino della Casa
Bianca ha attaccato duramente il decreto di Biden. "E' debole,
patetico e non fermerà l'ìinvasione, anzi la peggiorerà", ha
detto il tycoon assicurando che l'immigrazione sarà la sua
priorità dal primo giorno" quando "chiuderò il confine e manderò
a casa gli immigrati illegali di Biden". Nonostante le critiche
le misure annunciate dal presidente ricordano la stretta tentata
da Trump nel 2018, alla quale i democratici di erano fermamente
opposto. Il decreto draconiano firmato da Biden prevede la
possibilità di chiudere temporaneamente il confine ai
richiedenti asilo nel caso in cui la media settimanale superasse
i 2.500 ingressi al giorno. Al momento la media è già superiore
e ciò consente al provvedimento di entrare in vigore
immediatamente, anche per quanto riguarda i rimpatri accelerati
nel giro di giorni o ore. Il presidente ha confessato che
avrebbe preferito un'azione bipartisan ma è stato costretto ad
agire da solo per aggirare l'ostruzionismo dei repubblicani
innescato da Trump, un "criminale" - ha detto Biden accantonando
il politically correct e alzando i toni contro il suo rivale -
che "non merita la presidenza". La Casa Bianca si attende molte
azioni legali contro le nuove iniziative. "L'amministrazione non
ci lascia altra scelta che fare causa": una tale stretta "era
illegale con Trump e non è meno illegale adesso", ha detto
l'American Civil Liberties Union. Criticato aspramente dei
repubblicani, che ritengono sia "troppo poco e troppo tardi", il
decreto rischia di spaccare ulteriormente i democratici. I
liberal indignati con l'amministrazione Biden per la gestione
della guerra in Gaza, sono già sul piede di guerra per
l'immigrazione complicando ulteriormente la corsa del presidente
verso il voto del 2024. Nonostante questo Biden è intervenuto e
lo ha fatto pesantemente per spuntare le armi di Trump e al suo
cavallo di battaglia del muro al confine con il Messico. "Dice
di voler essere 'un dittatore al primo giorno', di voler
'abolire la Costituzione'. E' il primo criminale nella storia
che cerca di conquistare la Casa Bianca", ha detto Biden
riferendosi alla condanna dell'ex presidente per i soldi alla
pornostar. "E' una minaccia" e "l'assalto che sta sferrando al
nostro sistema giudiziario è ancora più dannoso", ha aggiunto.
Parole a cui fa eco il ministro della Giustizia Merrick Garland
che, nel corso di un'audizione in Congresso, ha respinto
seccamente gli attacchi e le teorie cospirazioniste di Trump e
dei repubblicani sul verdetto di colpevolezza contro l'ex
presidente. "Il Dipartimento di Giustizia non sarà intimidito.
Continueremo a fare il nostro lavoro liberi dalle influenze
politiche", ha assicurato Garland definendo "false" e
"estremamente pericolose" le accuse di un coinvolgimento del
ministero nella condanna dell'ex presidente. Biden e Garland
sono comunque consapevoli di procedere su un terreno minato
riguardo a Trump e alle accuse nei suoi confronti, soprattutto
alla luce del processo contro Hunter Biden per l'acquisto e il
possesso di un'arma da fuoco. La giuria è stata scelta e ai
giurati sono state presentate le argomentazioni inziali.
L'accusa ha subito chiamato in causa il fatto che Hunter è il
figlio del presidente: "nessuno è sopra la legge, non importa
chi sei o come ti chiami", ha detto il pm davanti della First
Lady: Jill Biden è presente in aula per il secondo giorno
consecutivo, in netto contrasto con la plateale assenza di
Melania Trump al processo contro il marito.
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