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In evidenza
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Nel nord del Kosovo è in corso da
stamane un referendum per la destituzione dei sindaci di etnia
albanese nei quattro maggiori Comuni a maggioranza serba -
Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore serbo di Kosovska
Mitrovica. Una consultazione tuttavia che è boicottata dalla
locale popolazione serba per protesta contro quelle che vengono
ritenute regole e condizioni eccessivamente restrittive imposte
dalle autorità di Pristina con l'obiettivo, si afferma, di far
fallire il referendum. Per la validità della consultazione è
stato imposto infatti un quorum del 50% più uno degli aventi
diritto in ciascuno dei quattro Comuni, una soglia questa
ritenuta molto difficile da raggiungere per via del gran numero
di serbi locali, circa il 15%, che hanno lasciato il Kosovo
negli ultimi tempi per le condizioni di vita sempre più pesanti
e insostenibili a causa della politica considerata
discriminatoria del governo di Pristina. Secondo Srpska Lista,
la principale forza politica in rappresentanza della popolazione
serba in Kosovo, le liste elettorali non sarebbero aggiornate e
in esse figurerebbero molti più elettori di quanti ve ne siano
in realtà. Le proteste sono dirette anche contro la decisione di
sistemare telecamere di controllo ai seggi, cosa questa ritenuta
non democratica e inaccettabile. L'insoddisfazione la collera
dei serbi è al tempo stesso cresciuta nelle ultime settimane per
la messa al bando del dinaro serbo decisa da Pristina. Il
referendum è stato organizzato dalle autorità kosovare dopo che
nei mesi scorsi negli stessi quattro Comuni del nord si è tenuta
una petizione, con la raccolta di firme, almeno il 20% degli
aventi diritto, con la richiesta di destituzione dei sindaci
albanesi. L'opinione comune fra i serbi è che tale petizione
sarebbe stata largamente sufficiente per procedere alla
destituzione dei sindaci di etnia albanese, invisi e contestati,
e risultati eletti nel voto locale del 23 aprile 2023. Una
consultazione quella di un anno fa anch'essa boicottata in massa
dai serbi per protesta contro la politica ostile di Pristina., e
che portò per questo all'assenza di candidati serbi e
all'elezione dei sindaci albanesi.
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