I leader cinesi hanno approvato
oggi una profonda riforma del sistema elettorale di Hong Kong,
che tra l'altro riduce il numero dei seggi a elezione diretta e
assicura che la maggioranza dei parlamentari dell'ex colonia
sarà vagliata e selezionata da comitati di fiducia del governo
di Pechino. Gli emendamenti alla Basic Law, la mini-Costituzione
di Hong Kong, "sono stati approvati all'unanimità da 167 membri
del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo", ha
detto Tam Yiu-chung, unico delegato di Hong Kong al Parlamento
cinese. L'approvazione della profonda revisione del sistema
elettorale di Hong Kong riduce drasticamente la rappresentanza
democratica nella città mentre Pechino vuole garantire che i
"patrioti" governino la città. Le misure adottate oggi fanno
parte del pacchetto messo a punto dal governo centrale per
consolidare la presa sempre più autoritaria sull'ex colonia
britannica dopo l'imposizione a giugno 2020 della legge sulla
sicurezza nazionale per schiacciare il dissenso. I cambiamenti
vedrebbero il numero dei rappresentanti eletti direttamente
scendere a 20 dai 35 attuali, mentre il parlamentino locale
(LegCo) porterebbe i seggi complessivi da 70 a 90. Il Comitato
elettorale responsabile della selezione del governatore
accrescerebbe i suoi componenti da 1.200 a quota 1.500, secondo
quanto ha riferito l'agenzia Xinhua. La rappresentanza dei 117
consiglieri distrettuali, ora nel controllo totale dell'
opposizione democratica dopo il voto del 2019 nella misura di
quasi il 90% dei 452 seggi distrettuali, verrebbe eliminata e
anche i sei seggi dei consigli distrettuali nel parlamentino
andrebbero eliminati. I consigli distrettuali sono l'unica
istituzione completamente democratica della città e si occupano
in prevalenza di questioni di base come i collegamenti con i
trasporti pubblici e la raccolta dei rifiuti. Come parte della
riorganizzazione, un nuovo e potente comitato di valutazione
avrà il compito di monitorare i candidati destinati alle cariche
pubbliche collaborando con le autorità di sicurezza nazionale
per garantire che siano fedeli a Pechino. Le autorità cinesi
hanno affermato che la riorganizzazione mira a rimuovere
"scappatoie e carenze" che hanno minacciato la sicurezza
nazionale durante i disordini antigovernativi del 2019 al fine
di garantire che soltanto i "patrioti" gestiscano la città.
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