Decine di migliaia di persone sono
scese in piazza stamani in varie città della Birmania per
protestare contro il colpo di stato, sfidando la minaccia dei
militari di usare 'forza letale' per reprimere ciò che
definiscono come 'anarchia'. Nel frattempo si è appreso che è
salito a tre il bilancio dei manifestanti rimasti uccisi nella
repressione nel fine settimane, durante il quale una grande
folla ha preso parte ai funerali della prima vittima, una
ragazza di 21 anni. Molti uffici pubblici e banche sono inoltre
paralizzati dalla campagna di disobbedienza civile. I
manifestanti sono particolarmente numerosi a Rangoon (Yangon),
la principale città del Paese, ma sono migliaia anche a
Naypyidaw, la capitale, molti dei quali in motocicletta.
Proteste di piazza si registrano anche nelle città di Myitkyina
e Dawei. "Siamo usciti di casa per unirci alla protesta e
combatteremo fino alla vittoria", ha dichiarato all'Afp uno
studente di 23anni. "Siamo preoccupati della repressione, certo.
Ma vogliamo andare avanti. Siamo così arrabbiati!".
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