"Un cambiamento di rotta" dell'Europa
sull'Intelligenza artificiale per non "restare esclusa dai
grandi benefici di una tecnologia aperta in grado di accelerare
la crescita economica e la ricerca". È l'appello di decine di
aziende e ricercatori europei e italiani - tra cui
EssilorLuxottica, Prada, Pirelli, Exor Group, Meta, Spotify - in
una lettera aperta. In particolare si concentrano sull'uso dei
dati europei e chiedono "decisioni armonizzate, coerenti, rapide
e chiare nelle normative che ne permettano l'utilizzo per
l'addestramento dell'IA a beneficio dei cittadini europei"
altrimenti "privati dei progressi di cui godono Usa, Cina e
India".
I firmatari della lettera rivolta a legislatori e regolatori
europei - tra cui ci sono anche Engineering, Ericsson, Nicolò
Cesa-Bianchi (Università degli Studi di Milano), Eugenio
Valdano, PhD (Sorbonne/Inserm) - fanno riferimento ai modelli
"multimodali" cioè quelli "che operano con testo, immagini e
audio e che consentiranno il prossimo salto in avanti nell'IA".
"Senza questi modelli - aggiungono - l'Intelligenza artificiale
verrà sviluppata altrove. Se aziende e istituzioni vorranno
investire decine di miliardi di euro per sviluppare una
Intelligenza artificiale generativa per i cittadini europei
avranno bisogno di regole chiare, applicate in modo coerente,
che consentano l'utilizzo dei dati europei. Ma, negli ultimi
tempi, le decisioni normative sono diventate frammentate e
imprevedibili".
"L'Europa - sottolinea la lettera - si trova di fronte ad una
decisione che avrà conseguenze sul continente per decenni. Può
scegliere di riaffermare il principio di armonizzazione sancito
nei quadri normativi come il Gdpr e offrire un'interpretazione
moderna delle sue disposizioni che ne rispetti comunque i valori
fondamentali, permettendo così che l'innovazione nell'IA si
sviluppi qui con la stessa portata e velocità che in altre
regioni del mondo. Oppure, può continuare a respingere il
progresso, contraddire le ambizioni del mercato unico e restare
a guardare mentre il resto del mondo sviluppa tecnologie a cui i
cittadini europei non avranno accesso", concludono i firmatari.
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