La magistratura inquirente di
Londra ha deciso di archiviare il capitolo britannico delle
accuse di abusi sessuali contro il produttore cinematografico
americano Harvey Weinstein, ex re di Hollywood. Lo ha annunciato
oggi Frank Ferguson, responsabile del dipartimento del Crown
Prosecution Service incaricato di perseguire i reati più gravi
nel Regno Unito. Secondo la valutazione della procura, "non
esiste una realistica prospettiva di condanna" di Weinstein nel
Regno sulla base della denuncia presentata contro di lui da una
singola donna, che lo accusava di due presunti episodi di
aggressione sessuale a Londra risalenti al 1996.
L'indagine britannica rappresentava una coda relativamente
marginale delle accuse sollevate contro Weinstein negli Usa,
dove non sono mancate alle fine pesanti condanne, una delle
quali poi annullata in appello con ordine di ripetizione del
processo. "Abbiamo spiegato la nostra decisione a tutte le
parti" prima di annunciarla, ha sottolineato Ferguson, non senza
ribadire comunque l'impegno della procura della Corone a
perseguire i reati sessuali, oltre che l'incoraggiamento alle
"vittime potenziali" a denunciare ogni episodio sospetto
affinché "i responsabili possano essere portati di fronte alla
giustizia laddove ve ne siano le condizioni" probatorie e
temporali. Soddisfazione è stata comunque manifestata dalla
difesa del 72enne ex potentissimo produttore americano, caduto
in disgrazia sulla scia delle prime rivelazioni mediatiche e
delle accuse lanciate pubblicamente contro di lui - anche da
attrici famose - a partire dal 2017, parallelamente alle
campagne del movimento #MeToo per la tutela delle donne e di
tutte le vittime di prevaricazioni o violenze sessuali. Accuse
sfociate in una condanna per stupro e abusi vari inflittagli a
New York nel 2020 a 23 anni di carcere, ma rimessa in
discussione di recente da una Corte d'Appello che ha annullato
il verdetto per gravi vizi di forma disponendo un nuovo
processo; e successivamente in una seconda condanna a 16 anni,
emessa nel 2023 a Los Angeles per altri casi, in base alla quale
egli resta tuttora detenuto. In totale sono state più di 80 le
donne che hanno chiamato in causa Harvey Weinstein negli ultimi
anni, incluse stelle del cinema che avevano lavorato in alcune
dei numerosi successi cinematografici da lui prodotti nel tempo
in società con suo fratello: da Angelina Jolie, a Gwyneth
Paltrow, ad Ashley Judd, fino all'italiana Asia Argento.
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