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Due donne e due afro-britannici al timone a Londra

Due donne e due afro-britannici al timone a Londra

Therese Coffey vice della Truss, il 'ghanese' Kwarteng al Tesoro

LONDRA, 06 settembre 2022, 21:05

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Un'inedita accoppiata di donne al timone, e tanta diversità etnica (non solo di genere) fra le caselle ministeriali chiave. E' la fotografia della compagine di governo che Liz Truss ha iniziato a comporre in serata dopo aver ricevuto la benedizione della regina per succedere a Boris Johnson come nuovo primo ministro britannico: compagine che rafforza ed esalta il tono già multicolore e a rilevante peso femminile del team targato BoJo.
    Tra le prime nomine spicca la promozione di Therese Coffey, 51enne deus ex machina della scalata di Liz a Downing Street, da ministra del Lavoro a titolare della Sanità e soprattutto vicepremier. Figura che con l'ascesa al ruolo da vice, per quanto di supplenza e relativamente decorativo, contribuisce da oggi a disegnare una più unica che rara doppia guida femminile alla testa dell'esecutivo d'un grande Paese europeo.
    Mentre per 4 dei 5 dicasteri più tradizionalmente importanti si segnala il balzo in avanti di una drappello di esponenti neo-conservatori provenienti da minoranze etniche dell'ex impero, tutti sostenitori della Brexit: a cominciare da Kwasi Kwarteng, 47ennne ammiratore di Margaret Thatcher di origini familiari ghanesi, promosso da ministro delle Attività Produttive a cancelliere dello Scacchiere (ossia super ministro dell'Economia); da James Cleverly, la cui madre emigrò nel Regno dalla Sierra Leone, indicato a 53 anni compiuti giusto l'altro ieri quale successore di Truss agli Esteri dopo essere stato brevemente titolare dell'Istruzione e in precedenza numero 2 al Foreign Office; o ancora dalla 42enne emergente pasionaria della destra conservatrice, Suella Braverman, figlia di genitori indiani, in arrivo all'Home Office (gli Interni) dopo essere stata attorney general nel governo di BoJo, al posto di un'altra donna in fama di falco, Priti Patel, di radici indiane come lei ma fin troppo controversa (dalle accuse di bullismo al flop del piano Ruanda contro l'immigrazione) per poter essere confermata.
   
   

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