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Alex Britti, finalmente sono libero di fare un album strumentale

Alex Britti, finalmente sono libero di fare un album strumentale

Esce Mojo, "dopo tanti anni lo sentivo quasi come dovere morale"

ROMA, 23 giugno 2022, 17:49

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Un'esigenza morale. Un dovere".
    Prima di tutto verso se stesso. E' stata questa la spinta che ha portato Alex Britti, il musicista Alex Britti, a realizzare un progetto che covava da sempre: pubblicare un disco strumentale, "Mojo", in uscita il 1 luglio (It.Pop distr.
    Believe). Il primo della sua carriera, a 30 anni esatti dall'esordio discografico con l'album che portava il suo nome.
    "La domanda non è perché l'ho fatto, ma perché ho aspettato così tanto - racconta l'artista nella pace mattutina della Casa del Jazz a Roma, dove sabato sarà in concerto -. C'erano vincoli artistici, con le major non avrei mai potuto: loro puntano all'immediato, al profitto. Sempre più spesso creano casi da frullatore e non artisti", dice togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, lui che già da tempo ha una sua etichetta indipendente. "E' figo avere un milione di visualizzazioni, ma è ancora più figo averne 200mila oggi, tra un anno, tra cinque anni. Chi vince veramente non lo vedi dal numero dei follower ma da chi canticchi ancora dopo 10 anni". Tornando al disco, "non era facile perché se di mestiere fai il cantautore non è così semplice switchare. Dopo anni lo sentivo come un'esigenza morale, come un dovere". E rivendica un'identità e un cambiamento nel suo essere musicista: "Se adesso sono questo è inutile sforzarmi a essere qualcos'altro". Ad agevolare la pubblicazione di Mojo è anche "la confusione che c'è nel mondo, il cambiamento culturale e tecnologico in corso da almeno 20 anni. Sono cadute tante barriere, si parla di fluidità ovunque e in questo momento vale tutto. E allora io faccio un disco come mi pare e basta".
    Da sempre apprezzato bluesman, in Italia ma anche all'estero, il quasi 54enne romano nel nuovo album fonde la sua sensibilità ritmica e armonica con lo stile inconfondibile e l'unicità del suono della sua chitarra. Prende spunto dal blues, ma attinge a piene mani da qualsiasi genere sia del passato che presente, spaziando da suoni tradizionali a quelli più sperimentali: "un melting pot delle fluidità. Mojo è un disco con diverse sonorità che racchiuderei in 'blues e dintorni' anche se non mancano il jazz, il funk e il rock".
   

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