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Brexit: prima mossa Johnson per modifica unilaterale protocollo

Brexit

Brexit: prima mossa Johnson per modifica unilaterale protocollo

Premier visita Irlanda del Nord per sbloccare stallo ma sfida Ue

LONDRA, 16 maggio 2022, 12:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Missione di Boris Johnson oggi in Irlanda del Nord, impegnato a incontrare i leader dei maggiori partiti locali per cercare di sbloccare lo stallo politico innescato nella più piccola e turbolenta nazione del Regno Unito dallo scontro sul protocollo post Brexit firmato a suo tempo da Londra e Bruxelles. Il premier Tory britannico è partito per Belfast con l'obiettivo dichiarato di cercare d'incoraggiare l'intesa per la formazione di un nuovo governo nordirlandese imperniato - come previsto dallo storico accordo di pace del Venerdì Santo 1998 - su una coalizione fra il maggior partito nazionalista (Sinn Fein) e il maggior partito unionista (Dup).
    Un'intesa congelata al momento dal Dup - scavalcato per la prima volta come forza di maggioranza relativa dallo Sinn Fein alle recenti elezioni amministrative del 5 maggio - per la contrarietà radicale al protocollo: documento sulla cui revisione gli unionisti pretendono garanzie preliminari, sostenendo che esso - nato per garantire anche dopo la Brexit il mantenimento del frontiera commerciale aperta in regime di mercato unico fra Ulster e Repubblica d'Irlanda - stia in effetti minacciando attraverso barriere e controlli l'integrità del confine interno tra Irlanda del Nord e resto del Regno: una contestazione rigettata dai nazionalisti repubblicani e che rischia di riattizzare le tensioni.
    Johnson - che da tempo ha a sua volta rimesso in discussione il protocollo, dopo averlo firmato - ha annunciato da parte sua prima della partenza di voler continuare a negoziare con l'Ue per modificarlo, ma ribadendo di essere pronto ad agire in autonomia se non vi saranno svolte. A questo fine ha anticipato a domani la presentazione al Parlamento di Westminster di una legge (il cui iter potrebbe richiedere alcuni mesi) destinata a dare al governo il potere di cambiare unilateralmente "parti" del documento in questione, facendo prevalere la normativa nazionale per ragioni di sicurezza interna rispetto a quanto siglato con Bruxelles. Sia Dublino, sia i 27 hanno del resto fatto sapere di considerare questa mossa come una "violazione del diritto internazionale" e di essere pronti nel caso a ritorsioni legali.
   

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