"Se per Draghi è praticabile" la
strada di restare a Palazzo Chigi per "sbloccare finalmente un
paese fermo da almeno tre lustri", "allora è arrivato il momento
che la esplori verificando con i partiti la possibilità di
andare avanti. Prenda lui l'iniziativa subito perché i leader
politici non sono in grado di farlo. Una mossa di questo tipo
non precluderebbe l'elezione al Colle qualora i partiti
rispondessero picche. Draghi dovrebbe insomma fare una proposta
indecente per rimanere a Chigi. Al no dei partiti
corrisponderebbe un percorso spianato per il Quirinale". Lo
sostiene il leader di Azione, in un intervento sull'Huffington
Post in cui scrive che "il Governo si è inceppato".
"Il Quirinale (e l'eventuale elezione di Draghi) ha
determinato una impasse da cui sembra difficile uscire", osserva
il leader di Azione, secondo cui "dovremmo rovesciare la
prospettiva e verificare prima di tutto se esistono le
condizioni per la continuazione del Governo Draghi". "Tutto -
aggiunge - dipende dalla possibilità di siglare un accordo di
fine legislatura solido e ambizioso" con tre "punti
fondamentali": la risposta alla pandemia, l'implementazione dei
51 provvedimenti approvati dal governo per ottenere i fondi del
Pnrr, una risposta strategica all'aumento dei costi energetici
"utilizzando i proventi delle aste ETS, l'uso delle riserve
strategiche e la ripresa della produzione di gas".
"Ovviamente - prosegue Calenda - sarà il Presidente Draghi a
dover definire l'agenda e proporla ai partiti. Il momento è
arrivato. Il capitale politico di Draghi non è illimitato e
occorrerà tutta la forza del suo prestigio per imporre un'agenda
sensata. E qui arriviamo al punto dirimente: la volontà del
Presidente del Consiglio di rimanere al suo posto o la sua
legittima ambizione di andare al Quirinale".
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