Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Morto in carcere, la famiglia 'non deve più succedere'

Morto in carcere, la famiglia 'non deve più succedere'

Legali si oppongono ad archiviazione, si deve andare avanti

TORINO, 30 dicembre 2021, 13:19

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Antonio ha scritto molte lettere in cui chiedeva aiuto. Negli ultimi colloqui mi diceva 'portami a casa, non ce la faccio più, qui non mi aiutano, mi fanno morire qui dentro'. Vogliamo che venga fuori la verità, perché cose del genere non capitino più a nessuno". A parlare è Mario Raddi, il padre del giovane che il 30 dicembre di 2 anni fa morì in seguito a un'infezione dopo aver perso 25 chili mentre era in carcere a Torino.
    Con accanto la moglie, la figlia, l'avvocato Gianluca Vitale e la Garante dei detenuti della Città, Monica Gallo, il padre di Antonio Raddi è tornato a raccontare la storia del figlio e a chiedere giustizia dopo che la procura ha chiesto l'archiviazione del caso della morte del ragazzo. "Testimoni ce ne sono tanti e l'omertà in questi casi dovrebbe essere messa da parte - dice -, le persone dovrebbero dire come sono andate le cose e quello che hanno visto invece che raccontare falsità, perché non è vero che abbia rifiutato le cure o che non mangiasse per poter uscire dal carcere". Per mesi anche la Garante aveva segnalato la vicenda "e oggi mi chiedo ancora - sottolinea - quali delle autorità a cui io ho inviato mail per mesi e mesi siano andati davvero a vedere quel ragazzo negli occhi, a vedere come stava".
    Per l'avvocato Vitale "il giorno che Antonio è morto è stato certificato il fallimento dell'istituzione carceraria. Crediamo che la giustizia non debba ammettere anche il proprio fallimento, non possiamo accettare che si dica queste cose possono accadere. Per questo - aggiunge - la famiglia vuole andare avanti e ha proposto opposizione all'archiviazione".
    Ora verrà dunque fissata un'udienza davanti al Gip che dovrà decidere se disporre nuove indagini o accogliere richiesta della procura e archiviare. "Noi crediamo si debba andare avanti - conclude l'avvocato -, che debba esserci un processo pubblico e capire cosa è successo davvero e se ci sono state delle mancanze, perché non succeda mai più".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza