Il governo neozelandese ha
permesso l'ingresso nel Paese al co-fondatore di Google, il
miliardario Larry Page, nonostante la chiusura dei confini a
causa dell'emergenza coronavirus, in modo che suo figlio potesse
ricevere urgenti cure mediche: la decisione è stata criticata
dall'opposizione, che ha chiesto spiegazioni all'esecutivo di
Jacinda Ardern.
Il ministro dell'Immigrazione, Kris Faafoi, ha spiegato ai
media che Page aveva chiesto un'esenzione medica "per
assicurarsi che suo figlio ricevesse le cure necessarie". Da
parte sua, durante un'interrogazione parlamentare, il ministro
della Sanità Andrew Little ha detto che a gennaio è stata
approvata una domanda per un bambino, accompagnato da un adulto,
da trasportare dalle isole Figi a causa di un'emergenza medica.
Secondo recenti indiscrezioni di stampa, infatti, Page aveva
deciso di fuggire alla pandemia di coronavirus trovando riparo
proprio nell'arcipelago del sud del Pacifico.
Ma l'opposizione non si arrende: "Il governo ha domande a cui
rispondere sul perché il co-fondatore miliardario di Google,
Larry Page, sia stato autorizzato ad entrare in Nuova Zelanda
quando i kiwi (i neozelandesi, ndr) disperati e le famiglie
separate non possono attraversare il confine", ha detto David
Seymour, leader del Partito di opposizione ACT Party. E poi: "I
neozelandesi bloccati all'estero che cercano disperatamente di
tornare a casa meritano risposte".
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