Il governo giapponese ha deciso
l'introduzione dello stato d'emergenza per un mese nella
capitale Tokyo e tre prefetture adiacenti: la decisione segue
l'allarmante aumento dei contagi di coronavirus nelle ultime
settimane. Lo ha reso noto il premier Yoshihide Suga nel corso
di una conferenza stampa, alla luce dei continui aggiornamenti
dei record giornalieri, che hanno portato la metropoli a
sfiorare quota 70 mila infezioni; poco meno di un terzo del
totale nazionale. La dichiarazione dello stato di emergenza avrà
effetto immediato. Sebbene non si tratti di un lockdown in stile
europeo, il governo in questo modo esorta i residenti ad una
maggiore "responsabilità", limitando le uscite ai soli servizi
essenziali, chiedendo alle aziende di incentivare il lavoro da
casa per i propri dipendenti, e aumentando i contributi fino a
1,8 milioni di yen al mese - l'equivalente di 14.000 euro - per
i bar, i ristoranti e i karaoke che non potranno servire alcol
dopo le 19 e dovranno anticipare la chiusura entro le 20. Anche
in questo caso non si tratta di un obbligo, ma partirà una
campagna comunale denominata 'name & shame', incoraggiando i
cittadini a segnalare quelle attività che non si adeguano, e
svergognandole' pubblicamente, filosofia vincente in un Paese
dall'elevata coesione sociale come il Giappone.
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