"L'incidente non è stato causato da
una distrazione ma da una drammatica fatalità, non c'è nulla che
possa escludere questa possibilità". Lo si legge in una nota
diffusa oggi dalla famiglia di Philippe Michel, francese di 65
anni, pilota e istruttore di volo, accusato della tragedia del
ghiacciaio del Rutor, dove il 25 gennaio 2019 sono morte 7
persone nello scontro tra l'aereo da turismo - partito da Megève
(Francia) - su cui si trovava e un elicottero dell'eliski con
base a Courmayeur (Aosta). Michel è imputato per disastro aereo
colposo aggravato e omicidio colposo plurimo aggravato; per lui
la procura di Aosta ha chiesto una condanna a 7 anni e 2 mesi di
reclusione.
Sempre per la famiglia, "Michel non era intento a pilotare
l'aereo al momento dell'incidente" (ai comandi, secondo
l'accusa, c'era uno dei suoi allievi, Arnaud Gauffin, tra le
sette vittime dell'incidente). Inoltre, sempre per i familiari,
"il pilota ai comandi era perfettamente qualificato per pilotare
questo aereo, anche in montagna".
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