Spunta un supertestimone
nell'inchiesta sul sequestro e l'omicidio di Giulio Regeni,
trovato morto al Cairo nel 2016. Uno dei funzionari della
National security egiziana, il servizio segreto civile di Al
Sisi, già sospettati del sequestro del giovane - come raccontano
Il Corriere della Sera e La Repubblica - seduto al tavolo di un
pranzo, avrebbe parlato del "ragazzo italiano", dei pedinamenti,
delle intercettazioni telefoniche, fino al sequestro di Giulio.
L'uomo non si sarebbe accorto di essere ascoltato da un
testimone occasionale che ha compreso ciò che veniva detto
perchè conosce la lingua araba. Le dichiarazioni di quest'ultimo
sono state acquisite nelle scorse settimane dal Pm Sergio
Colaiocco. Durante la conversazione, l'ufficiale della security
egiziana avrebbe confidato: "Regeni lo abbiamo sequestrato noi.
Credevamo fosse una spia inglese, lo abbiamo preso e lo abbiamo
picchiato. Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il
sostituto Colaiocco hanno inoltrato una nuova rogatoria al
Cairo.
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