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Fake news su siti fact-checking, Google le rimuove

Nyt scova pubblicità con bufale, veicolate da piattaforma Big G

ROMA - Le fake news, le bufale online che inquinano il web, finiscono anche dove meno ce lo aspettiamo: sui siti di organizzazioni che si occupano di fact-checking, ovvero la verifica di informazioni per il mondo dei media. A sollevare il caso è il New York Times che ha scovato su PolitiFact e Snopes, siti nati per smascherare fake news, pubblicità veicolata dalla piattaforma Ads di Google, quella che si occupa di annunci. Avevano titoli e richiami a notizie false, che Big G ha subito rimosso.

Gli episodi riportati dal New York Times risalgono alla fine della scorsa settimana. Su Snopes e PolitiFact sono comparsi annunci pubblicitari forniti da Google con titoli esca e dal contenuto falso, tipo Melania Trump che abbandona la Casa Bianca. Questi link indirizzavano gli utenti su pagine web fraudolente, del tutto simili a quelle di magazine ben noti come Vogue o People, per poi propinare pubblicità a prodotti di bellezza.

https://www.nytimes.com/2017/10/17/technology/google-fake-ads-fact-check.html?rref=collection%2Fsectioncollection%2Ftechnology&action=click&contentCollection=technology&region=rank&module=package&version=highlights&contentPlacement=1&pgtype=sectionfront Google, riferisce il Nyt, non ha spiegato come mai questi annunci siano finiti sui siti di fact-checking, ma avrebbe chiuso immediatamente gli account da cui sono partite le pubblicità fraudolente appena ricevuta la segnalazione. "Come sempre - spiega un portavoce di Big G al quotidiano - quando scopriamo pratiche pubblicitarie ingannevoli sulle nostre piattaforme agiamo in fretta, anche sospendendo gli account degli inserzionisti. Inoltre gli editori possono bloccare tipologie specifiche di pubblicità e inserzionisti".
   

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