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Pubblicità , nel 2020 quella 'social' supererà quella su stampa

Analisti, inserzioni per 50 mld dlr a livello mondiale nel 2019

La spesa pubblicitaria mondiale sui social media cresce ad un ritmo serrato e nel giro di pochi anni arriverà a superare la raccolta dei quotidiani, da cui l'informazione passa sempre meno soprattutto per le generazioni più giovani.

Quest'anno le inserzioni sui social ammonteranno a 29 miliardi di dollari, ma già nel 2019 raggiungeranno i 50,2 miliardi, appena l'1% in meno dei 50,7 miliardi racimolati dai giornali. Il sorpasso avverrà l'anno successivo, nel 2020, suggellando un cambiamento già in atto nella società. A snocciolare i dati è l'agenzia pubblicitaria Zenith Optimedia, del gruppo francese Publicis, che mette nero su bianco il trend in crescita. Le piattaforme sociali, con Facebook in testa, hanno colonizzato gli smartphone e sono sempre a portata di mano. Una pervasività che ha portato i social a inglobare non solo l'intrattenimento, ma anche l'informazione, con gli spot a inserirsi senza soluzione di continuità nel flusso dei post.

Negli Stati Uniti, secondo il Pew Research Center, quattro cittadini su dieci leggono le notizie su Facebook. E gli italiani non sono da meno. Stando all'ultimo rapporto del Censis, il 35,5% dei nostri connazionali si informa sul social di Mark Zuckerberg, solo il 18,8% sui quotidiani. A dimostrare l'importanza delle reti sociali come mezzo d'informazione basta il caso scoppiato con le elezioni presidenziali americane, che ha visto Facebook accusato di aver ospitato così tante notizie false da influire sull'esito del voto. A queste piazze virtuali sempre più affollate gli inserzionisti guardano con interesse crescente, ma l'attenzione è rivolta a tutto l'ecosistema online. Se la raccolta pubblicitaria dei social crescerà ad un tasso annuo del 20% fino a fine decennio, non sarà da meno quella legata ai video online, per cui si prevede un incremento annuo del 18%. Nel 2019 ai filmati online si legheranno 35,4 miliardi di dollari di spesa pubblicitaria globale, più dei 35 miliardi raccolti dal settore radiofonico. L'aumento, spiegano gli analisti, si deve al miglioramento dei display degli smartphone e della velocità di connessione a internet, che consentono ai video online di essere un complemento degli spot televisivi. Ma non un sostituto. La raccolta legata ai video online, infatti, nel 2019 ammonterà a poco meno di un quinto (18%) di quella televisiva.

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