PARIGI - Parigi si divide sulla strada intitolata a Steve Jobs: in consiglio comunale comunisti e ambientalisti si oppongono al progetto denunciando le pratiche di "ottimizzazione fiscale" e gli "stipendi insufficienti" del fondatore di Apple scomparso nel 2011.
Tutto è cominciato quando i consiglieri della capitale sono stati chiamati a dibattere sulla toponomastica che costeggerà la cosiddetta 'Station F', il nuovo polo parigino consacrato alle start up voluto dal patron di Free, Xavier Niel.
A proporre il nome di Steve Jobs, è stato Jerome Coumet, presidente socialista del tredicesimo arrondissement, la circoscrizione dove sorgerà la struttura. Per lui, "Steve Jobs ha cambiato la nostra vita quotidiana. Non era mia intenzione suscitare polemiche, volevo solo un nome che fosse familiare a tutti. Lungi da me chiamarla 'via Apple'...". Ma in comune fioccano le polemiche. In una nota, i consiglieri comunisti si rivoltano contro la reale "eredità" di Steve Jobs, che a loro avviso equivale a "salari insufficienti e ore di straordinari obbligatori", in particolare, tra le aziende che forniscono la componentistica di telefonini, tablet e altri prodotti Apple.
Nel mirino anche le "massiccie pratiche illegali di ottimizzazione fiscale" praticate dal colosso Usa. Stessa musica tra gli ecologisti.
Secondo Anne Souyris, co-presidente del gruppo parigino di Europe-Ecologie-Les Verts (EELV), non ci sono dubbi: Steve Jobs è stato "un grande inventore ma non ha fatto altro che ottimizzazione fiscale, in permanenza, al limite dell'illegalità. Ha sempre delocalizzato per pagare la gente il meno possibile e il suo materiale non è riciclabile". Per lei, una strada a Parigi sarebbe "un cattivo segnale politico" Sempre nella zona della Station F, si prevedono altre strade in omaggio a Alan Turing e altri nomi storici dell'informatica come Ada Lovelance o Grace Murray Hopper.
Ma il provvedimento deve ancora passare al vaglio dell'Hotel de Ville.