Usare il flusso di dati privati di ciascuno di noi, resi anonimi per rispetto della privacy, per il bene pubblico. E attivare una 'data control room', utile in situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo per l'epidemia del coronavirus, per studiare i flussi di aggregazione delle persone nelle città o anche nella sanità. E' questo il parere all'ANSA di Gianni Dominici, direttore del Forum PA, che cita esperimenti che già alcune città italiane stanno portando avanti in questo senso.
"In una situazione come quella che stiamo vivendo sarebbe utile lavorare in una logica di flussi con dati resi anonimi - spiega l'esperto - ci farebbe vedere ad esempio dove in questo momento si vanno ad addensare le persone nelle città, studiare i percorsi e i luoghi di aggregazione. Si potrebbero programmare interventi, provvedimenti informativi, gestire i flussi e organizzarli, prendere precauzioni. La raccolta di dati anonimizzati - aggiunge Dominici - potrebbe essere utile anche nella sanità. Ad esempio, si potrebbe studiare il flusso delle persone che arrivano in un Pronto Soccorso, da dove provengono, i tempi d'attesa".
"Alcune città si stanno già attrezzando con questa logica - osserva il Direttore del Forum PA - cioè i dati raccolti per i servizi di bike sharing o per l'immondizia, anonimi e aggregati, diventano statistiche utili per altri settori come il turismo. A Firenze c'é un 'data control room' dove vengono raccolte una serie di informazioni dal territorio che possono essere gestite in situazioni normali o di emergenza come il terremoto. Le statistiche possono essere lette in tanti modi".
"C'e' un rapporto recente dell'Unione Europea che mette in evidenza l'importanza di sviluppare una cultura comune dei dati che altrimenti sono in possesso solo di alcuni paesi e delle multinazionali tecnologiche - sottolinea Dominici - va solo stabilita una governance che bilanci il bene pubblico e il rispetto della privacy e dell'anonimato, su cui non si può pensare di tornare indietro, per fortuna in Europa siamo molto avanti grazie al Gdpr. Abbiamo capito che un paese in grado di gestire le complessità deve essere resiliente, capace di reagire e prendere decisioni anche sulla base dei dati. Quando finirà questa emergenza, dobbiamo mettere tutto questo nella lista delle cose da fare".