"Sinner non giocava da qualche
settimana e le ultime partite non erano state giocate nelle
stesse condizioni. Aveva bisogno di cominciare bene, in casa e
con le aspettative che tutti abbiamo. Nel primo quarto d'ora De
Minaur lo ha messo un po' in difficoltà, spezzando il ritmo e
usando qualche back in più. Ma non appena Jannik è entrato in
condizione, poi non c'è stato più match. Ha giocato contro il
numero 7 del mondo come De Minaur, un tennista di altissimo
livello, eppure ci sono delle differenze abissali tra i due. È
stato veramente un ottimo inizio per Jannik ieri sera". Così
Diego Nargiso, ex numero 1 del tennis italiano, ospite di Radio
Anch'io Sport su Rai Radio 1, sull'esordio vincente di Sinner
alle Atp Finals di Torino. Domani la sfida contro Fritz?: "È un
giocatore che, quando in giornata, può mettere in difficoltà
chiunque: ha colpi di inizio gioco importanti, servizio e dritto
sono colpi molto potenti. precisi. È anche migliorato negli
spostamenti laterali e nella pazienza nel cercare di costruirsi
la giocata. Il rovescio è diventato molto più solido, si è visto
ieri contro Medvedev, non faceva fatica a tenere la diagonale
sinistra del russo. Ma Sinner ha dimostrato di saper fare sempre
la differenza nei momenti cruciali della partita. Jannik si deve
abituare a questa grande responsabilità, quando sei il numero
uno del mondo non solo tutti ti vogliono battere, ma tutti si
aspettano la migliore performance possibile. Lui però ci ha
insegnato in questi anni come riesca ad essere equilibrato, è il
termine che lo descrive al meglio".
Finals senza rovescio a una mano, ulteriore segno di
cambiamento del tennis moderno? "Gli unici rimasti sono Dimitrov
e Tsitsipas - aggiunge Nargiso - La palla va sempre più veloce,
i ragazzi hanno preparazioni atletiche impressionanti, a livello
di mobilità riescono ad avere angoli di estensione con anche,
caviglie e ginocchia che noi non ce li sognavamo neanche. Un
tempo sul cemento non si poteva scivolare, adesso le superfici
lo permettono, sono diventate più lisce e meno abrasive. Hanno
sollecitazioni a livello fisico impressionanti per arrivare su
palle su cui prima era impossibile arrivare. Sarà un tennis
sempre più veloce, andremo incontro a infortuni, però è un
tennis che deve fare i conti con questa evoluzione. I giocatori
dicono di giocare troppo, il fisico avrebbe bisogno di riposare
un po' di più. Capisco che allo spettatore ogni tanto piacerebbe
vedere qualche ricamo e gesto bianco in più. Ma la palla corta
sta tornando, come il back. Speriamo anche il serve and volley,
che potrebbe regalare match più avvincenti".
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