Filippo Magnini non esclude il
ritorno. Scagionato dalle accuse di doping e pronto a diventare
presto papà, l'ex capitano dell'Italnuoto guarda al futuro con
rinnovata fiducia: "Ad oggi è solo un pensiero, a settembre
prenderò una decisione. - dice a Skysport Magnini, due ori nei
100 stile vinti in carriera -. Il miracolo, a 39 anni, sarebbe
quello di partecipare all'Olimpiade. Lo farei solo per aiutare
il mio sport, tra i più colpiti in epoca Covid-19. Il mio
ritorno potrebbe riaccendere la luce su questo sport".
"In questi tre anni ho avuto tante persone del nuoto che mi
sono state vicine e ho pensato anche a un ritorno - ha ribadito
-. Con il passare dell'età ho capito quali erano gli obiettivi.
Sarà impossibile vincere a Tokyo, ma potrei aiutare il mio
sport. Il rinvio dei Giochi poi potrebbe essere un vantaggio, ma
avevo smesso perché avevo chiesto tutto al mio fisico e anche
psicologicamente ero provato dalla battaglia processuale. Ci
sono stati ritorni fallimentari, ma io avrò successo anche solo
se aiuterò il mio mondo". E torna a parlare del caso doping: "Ci
sono state molte ingiustizie - sottolinea -. Sono un
professionista, chi si dopa è un fuorilegge. Mi hanno accusato
di tentato doping 20 giorni prima di un'Olimpiade, ma non sanno
che non avrebbe nemmeno fatto effetto. Hanno chiesto 8 anni di
squalifica a un atleta mai risultato positivo. Ho lottato 3 anni
contro un'ingiustizia".
Il 2020 lo renderà papà per la prima volta: la sua compagna,
Giorgia Palmas è infatti in dolce attesa. "La nascita di un
figlio è qualcosa di speciale: ho nuotato per 27 anni, ho vinto
tanto, ma sono piccole cose rispetto a questo miracolo -
aggiunge Magnini -. Il 2020, nonostante tutto quello che è
successo, sarà l'anno più bello della mia vita. Con Giorgia c'è
un rapporto speciale, c'era lei nei momenti più duri e abbiamo
tanti progetti insieme".
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