Sinisa Mihajlovic è tornato. A
Casteldebole e in sala stampa, dove per raccontarsi, prima
ancora che presentare la trasferta di Venezia. Gli è mancato
tutto, persino parlare con i giornalisti: "Mi siete mancati,
quando vivi certi momenti, ti rendi conto che ti mancano anche
cose che non avresti mai immaginato, come parlare con voi".
E' pronto a riprendersi tutto: "Domani sarò a Venezia: fin
dal momento in cui sono rientrato in ospedale, il mio obiettivo
è sempre stato quello di tornare il prima possibile alla
normalità. Tornare sul campo dopo più di un mese è stato
bellissimo, anche se purtroppo sono emozioni già vissute: la
salute ti fa godere la vita e malattia te ne fa comprendere bene
il significato, e dopo un sacco di tempo persino una passeggiata
ti fa rinascere".
Il ricovero, questa volta è stato più pesante: "Soprattutto
dal vista mentale. A causa delle regole anti Covid sono dovuto
rimanere sempre da solo, ho visto soltanto mia moglie un giorno
per tre ore. Nel 2019, invece, potevano venire tanti amici:
stare sempre da soli è dura, ho sofferto molto. Ho tanti
difetti, ma mentalmente sono sempre stato forte e questo mi ha
aiutato".
C'è pure la stilettata all'Inter, battuta al Dall'Ara nel
recupero: "Da troppo tempo la sentivo definire una gara
dall'esito già scritto. Hanno provato a vincerla prima in
tribunale perché sul campo non l'avrebbero mai vinta e l'ho
detto ai miei ragazzi: 'non la vinceranno mai'. Io amo l'Inter e
ho grande rispetto per tutti, compreso il mio amico Inzaghi, ma
se c'è una cosa che mi ha dato fastidio è stato l'atteggiamento
tenuto nei confronti di quella sfida: non ci dormivo la notte,
non volevo che accadesse quello che tutti davano per scontato".
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