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Totti,mi chiamavano gnomo e papà insisteva per farmi giocare

Totti,mi chiamavano gnomo e papà insisteva per farmi giocare

Ex n.10 a Vanity Fair:stringere mano a Spalletti?Dipende da luna

ROMA, 14 ottobre 2020, 14:12

Redazione ANSA

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"Quando da piccolo mi chiamavano lo gnomo e non mi volevano far giocare con quelli più grandi, papà insisteva. Loro cedevano, poi mi vedevano giocare e volevano rifare le squadre. Io zitto, muto, ma orgoglioso. Papà, forse, ancora più di me". Francesco Totti si confessa in un'intervista a 'Vanity Fair' realizzata prima della morte del padre Enzo, in edicola oggi, a pochi giorni dall'uscita del suo docufilm "Mi chiamo Francesco Totti". Che cosa è davvero importante per lo storico capitano? «Oltre i figli, la famiglia, le cose che contano davvero? La parola data. Non servono firme, contratti o avvocati. Basta una stretta di mano. Basta guardarsi negli occhi. Certe cose me le hanno insegnate fin da quando ero bambino e io a certe cose credo ancora».
    L'ex capitano della Roma ricorda il suo passato, di come ha affrontato il difficile ritiro dai campi da calcio e il suo rapporto con Luciano Spalletti. «Stringergli la mano? Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno, come mi sveglio, se sono di buon umore».
    Alla domanda se farebbe mai l'allenatore, Totti risponde: «Sarebbe impossibile. Impazzirei. Sono uno che vuole sempre il massimo e pensa che certi errori in serie A non si possano fare.
    Dovrei diventare severo, aspro, antipatico. Se non ci nasci, figlio di mignotta, non ci diventi». Chiusura sul giorno del ritiro dal calcio: «Sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, ma ho iniziato a considerare l'ipotesi solo nell'ultimo anno. Nella stagione precedente avevo capito che non avrebbero voluto rinnovarmi il contratto: però, poi, ogni volta che subentravo cambiavo le partite e facevo goal. Dopo quella con il Torino, dove entrando a 4 minuti dalla fine ne feci due, me lo rinnovarono a furor di popolo. Mi sarei dovuto ritirare in quella sera perfetta, dopo l'apoteosi, come mi suggerì Ilary e ci pensai anche. Poi dopo una notte insonne decisi di continuare, ma il rapporto con lui purtroppo era già compromesso».
   

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