"E' sempre una cosa saggia copiare da
chi può essere considerato un punto di riferimento sia sotto il
profilo economico, delle normative e della tenuta del sistema. E
l'accordo trovato nell'Nba è equo, intelligente e
sufficientemente protettivo che potrebbe essere di ispirazione
anche al mondo del calcio": Michele Briamonte, giureconsulto
applicato a economia, lavoro e sport, al telefono con l'ANSA,
individua quello che potrebbe essere un percorso per il calcio
italiano alle prese con il nodo stipendi che è tornato in primo
piano con i calciatori preoccupati per le linee guida della Figc
per l'iscrizione ai prossimi campionati, che prevedono la
possibilità di avere l'ok anche avendo pagando ai giocatori una
sola mensilità da marzo a maggio. Ispirarsi all'Nba ma
soprattutto dice no "a soluzioni individuali, andrebbero
vietate", dice. "L'accordo dell'Nba - spiega Briamonte - tiene
conto del fatto che gli atleti sono parte dello spettacolo, non
sono accidentalia ma l'essenziale e si basa su tre blocchi. E'
stato fissato l'ammontare massimo del sacrificio degli atleti
per via della pandemia, individuato nel 25 per cento dei
compensi annuali; hanno attribuito una distribuzione matematica
di questo 25 % alle partite. Cioè una sorta di riduzione del
compenso per ogni partita in meno giocata che è una sorta di
condivisione del danno: io ho meno incassi dallo stadio e tu
meno incassi dalla prestazione sportiva; e poi, a garanzia dei
giocatori hanno individuato un meccanismo finanziario protettivo
idoneo, un escrow, un contro corrente vincolato, in cui vengono
versati i compensi potenzialmente ridotti e poi a fine stagione
a calcoli fatti si vedrà quanto viene trattenuto dai proprietari
e quanto rilasciato ai giocatori".
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