Anche il Tottenham sceglie la strada
del taglio degli stipendi, che per ora riguarderà solo i 550 tra
dirigenti, impiegati e lavoratori che, a qualsiasi titolo,
prestano la loro opera per il club vicecampione d'Europa. Il
-20% in meno ad aprile e maggio (poi si vedrà) non riguarderà
quindi calciatori e staff tecnico (l'allenatore è Josè
Mourinho), perché costoro sono oggetto di una trattativa a parte
con Premier League, e i rispettivi sindacati.
Con un lungo post su Twitter ripreso dalla Bbc, il presidente
degli Spurs Daniel Levy ha spiegato che la decisione si è resa
necessaria "per proteggere tutti i posti di lavoro". "Rimango
perplesso quando leggo o ascolto di trasferimenti xnel prossimo
calciomercato. Le persone devono scegliaris, l'effetto
devastante (del coronavirus n.d.r.) sull'industria di molti
paesi - scrive Levy - sui settori degli scambi commerciali e dei
viaggi e in ogni altro aspetto della nostra vita quotidiana
comincia a farsi sentire. Ogni persona di questo pianeta ne sarà
colpita, e in vita mia non avrei potuto pensare ad una cosa con
un peso maggiore. Con 786mila persone contagiate, circa 38mila
morti e vastissime zone del mondo in 'lockdown', il calcio non
può pensare di vivere dentro una campana di vetro. Noi saremo
anche, come ha stabilito Delotte, l'ottavo club al mondo per i
ricavi, ma questo risultato storico diventa irrilevante contro
questo virus senza confini". "Ora speriamo che le discussioni in
corso tra Premier League, Pfa e Lma, facciano sì che anche
calciatori e tecnici facciano la loro parte a beneficio del
sistema economico del calcio", conclude il presidente del
Tottenham.
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