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Milan sogna e Inter riparte, è derby rilancio

Club cinesi e tecnici italiani: nostalgia per le magie di Sheva e Ronaldo

Un gruppo molto italiano in fase sperimentale, che Montella sta rilanciando ai vertici del torneo, contro un squadra amletica, molto straniera ma dalla rosa competitiva che Pioli ha ereditato dal fallimento di De Boer e che fluttua spaesata in nona posizione. Milan-Inter di domenica sera e' una sciarada tra due club in orbita cinese e l'esercito necessario sarà solo quello dei tifosi in marcia verso un San Siro esaurito. Da un lato un Milan che ha un gioco arioso con una partecipazione al gol capillare, dall'altro l'Inter tenuta a galla dai 10 gol di Icardi; due squadre che perdono molto (il 25% e oltre il 40% delle gare), che hanno una buona reazione nella ripresa. Montella crede nella politica dei giovani (sette convocati nella rosa di Ventura), Pioli vuole plasmare un'identità di squadra dando sicurezza a una buona difesa disorientata. Per Icardi una sfida in più visto che in serie A ha segnato a tutti ma non ai rossoneri.

Tra i due tecnici italiani il bilancio sorride a Pioli (5 vittorie a 3), che sa però di dover convivere ancora con l'ombra ingombrante di Mourinho. Dopo l'addio di Special One la squadra ha resistito solo un anno ai vertici italiani: a meno di un recupero prodigioso questo sarà il sesto anno senza podio. Per il Milan sono solo tre gli anni di carestie, ma con un ottavo, un decimo e un settimo posto oltraggiosi per la storia del club. Insomma, un torneo con le milanesi fuori dal podio è anomalo, dal dopoguerra solo 14 volte una delle due non è arrivata almeno terza (quattro volte si sono piazzate al primo e secondo posto) e negli ultimi 30 anni Milano e' rimasta senza podio, oltre che nell'ultimo triennio, solo negli anni di disgrazia 1995 e 2001. Ma il recente buco nero non può far dimenticare decenni di dominio: da Nordhal a Shevchenko, da Meazza a Ronaldo gli eroi di San Siro hanno regalato sogni ed emozioni in sfide equilibrate tanto che in 216 gare le vittorie dell'Inter sono state 77 contro 75 con differenza gol 292 a 290 e appena 16 zero a zero. Si comincia il 10 gennaio 1909 con un 3-2 per il Milan, poi palla all'Inter: dai fratelli Cevenini I e III a Levratto fino al 'Balilla' Meazza, 13 gol nei derby. Ma e' dal secondo dopoguerra che fioriscono campioni. Dal 1949 in un anno tre derby memorabili: 4-4 con doppiette dell'ungherese Nyers e di Nordhal, poi un rocambolesco 6-5 per l'Inter con tris di Amadei (in recupero da 1-4 al 19' pt), e poi un 3-2 con protagonista lo svedese Skoglund. Tempi duri per Gren-Nordhal-Liedholm, il Gre-No-Li milanista che ha poi modo di rifarsi. Il derby sale di tono negli anni '60 con le colorite sfide tra Herrera e Rocco, quelle sopraffine in campo tra Mazzola e Rivera e le due antagoniste si danno il cambio primeggiando in Europa. Preambolo il 5-3 per il Milan nel 1960 con poker di Altafini (record in serie A visto che i 5 di Cevenini I nell'8-1 del 1918 erano nella Coppa Mauro), poi nel 1963 gol lampo di Mazzola dopo 13" e pari di Dino Sani. Con l'avvento di Berlusconi il Milan comincia un ciclo con Van Basten, Gullit Rijkaard. Sacchi avvia la sua avventura battendo l'Inter del Trap 2-0 nel 1988 auspice Gullit. Rendono avvincenti le sfide anche i tre tedeschi Matthaeus, Klinsmann e Brehme. Le star si susseguono: Weah e Savicevic ma soprattutto Ronaldo.

Il Fenomeno segna la fine degli anni '90 con gol e prodezze, poi tocca a Shevchenko che supera Meazza con 14 gol. E' primattore nella disfatta di Tardelli del 2001, un 6-0 con una sua doppietta, score maggiore in serie A. E' un altro periodo nero per l'Inter che soccombe dal 2002 al 2005, poi doppio pari nella semifinale Champions che promuove i rossoneri. Tocca a Ibra e a Crespo poi suonare la carica in un 4-3 del 2006. Agli albori del triplete (agosto 2009) Mourinho bastona Leonardo e al 4-0 partecipa Milito. Poi gli ultimi anni anonimi e sofferenti per i tifosi con le squadre lontane dal podio. Ma ora la sfida tra Bacca e Icardi può fare da preambolo per risalire la china. Senza milanesi ai vertici il campionato e' più povero.

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