Per un soffio, anzi un calcio piazzato di Paolo Garbisi finito sul palo a tre secondi dalla fine, l'Italia del rugby non ha ripetuto l'impresa del 1997 a Grenoble, quando per la prima volta nella sua storia si impose sulla Francia, e quel successo fu poi molto utile per essere ammessi nel Sei Nazioni. Nello stadio polifunzionale di Lilla, il Pierre Mauroy che ha ospitato anche la Coppa Davis (il parigino Stade de France quest'anno è riservato all'Olimpiade) è finita con un pari, 13-13, e l'Italia porta a casa 2 punti raggiungendo il Galles in classifica. La Francia dei colossi d'oltremare (Tulaigi 1,92 per 149 chili, Atonio 1,96 per 145 chili) rimane invece al quarto posto, lei che questo torneo avrebbe voluto vincerlo (ora invece ha 9 punti di ritardo dall'Irlanda) per riscattare la grande delusione dell'ultimo Mondiale.
Gli azzurri del ct Quesada hanno giocato una grande ripresa, sfruttando la superiorità numerica determinata dall'espulsione al 40' del francese Danty, autore di un brutto fallo (placcaggio alto con colpo alla testa) sull'azzurro Brex, quasi volesse dimostrare, il n.12 dei Coqs, che gli scontri del rugby moderno si stanno facendo troppo pericolosi, quasi da rollerball come sostiene chi vorrebbe limitarli attraverso l'introduzione di nuove regole che preservino maggiormente la salute dei giocatori. Intanto, prima del calcio d'inizio della ripresa, dopo un doppio controllo (il primo c'era stato prima che le squadre rientrassero negli spogliatoi) anche con l'ausilio del Tmo, l'arbitro Christophe Ridley ha estratto il cartellino rosso e Danty è andato a farsi la doccia anzitempo. Decisione ineccepibile, su cui nessuno fra i 50mila del pubblico di Lilla ha avuto da ridire, e infatti fischi in quel frangente non se ne sono sentiti. Anche il ct dei francesi, Fabien Galthié, ha preferito occuparsi di altro: "è un momento doloroso - le sue parole a fine match -: non abbiamo ciò che vogliamo, e non possiamo fare ciò che vogliamo. E' il momento di rimanere uniti e fare gruppo".
E certo a spiegare questa semi-debacle non basta l'assenza di un fenomeno come Antoine Dupont, che quest'anno ha deciso di dedicarsi al rugby a sette, prendendosi un anno di pausa da quello a XV, perché vuole regalare alla Francia l'oro dei Giochi di Parigi. Peraltro la mancanza di Dupont è un handicap che i francesi si porteranno dietro per tutto il Torneo e con cui sapevano di dover fare i conti. Quanto al confronto, la squadra di casa, va detto, ha anche avuto la sfortuna di aver dovuto rimodellare il proprio sistema di gioco per l'infortunio che, al 37' pt, ha costretto il suo mediano di apertura Jalibert a uscire, sostituito dal n. 23 Moefana. Ma tutto ciò poco importa agli azzurri che anche questa volta hanno tirato fuori il jolly dal nome di Ange Capuozzo, nato in Francia ma che si sente italianissimo e che ha realizzato un'altra delle sue mete, poi trasformata da Garbisi, per il 13-13 che ha fatto tremare il pubblico di Lilla. E al XV del ct Gonzalo Quesada, poteva andare ancora meglio. Nei momenti finali del match la Francia le stava provando tutte, attaccando dai 22 a tempo scaduto, però Manuel Zuliani trovava uno strepitoso 'tenuto'.
Calcio per l'Italia, ma il pallone cadeva dalla piazzola, Garbisi era costretto a lottare contro il tempo e a calciare prima che scada lo 'shot clock' (il tempo che si ha per calciare) e il n.10 dell'Italia colpiva il palo a tempo scaduto. Ed è stato quindi pareggio, con l'Italia che da un lato può dirsi orgogliosa della prestazione, ma dall'altro c'è il dispiacere per un'impresa mai così vicina nella storia del Sei Nazioni.
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