Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Semenya non è più lei, 'Ma correre è una benedizione'

Atletica

Semenya non è più lei, 'Ma correre è una benedizione'

Tante battaglie per atleti intersex, a Eugene 5000 senza gloria (

EUGENE, 21 luglio 2022, 09:46

Redazione ANSA

ANSACheck

© ANSA/EPA

© ANSA/EPA
© ANSA/EPA

"E' stato stato bello aver corso qui, e il semplice fatto di aver portato a termine questi 5000 per me è stata un'autentica benedizione. Sto facendo esperienze e sono disposta a farne altre". Ai Mondiali di atletica si può essere felici anche con un 13/o posto su 16 partenti di una batteria, e anche se in passato eri una che collezionava medaglie d'oro. Ma per Carsten Semenya l'importante era far vedere al mondo che chi voleva imporle certe regole non è riuscita a fermarla del tutto.     Costretta a disputare i 5000 metri, e non più le prove del mezzofondo, a causa dei regolamenti della federazione internazionale che vietano a lei e alle altre atlete con eccesso di testosterone di gareggiare in prove femminili comprese tra i 400 e il miglio, la sudafricana protagonista di tante battaglie legali (perse, Tas compreso) per il riconoscimento dei suoi diritti di atleta intersex è tornata in gara a cinque anni dalla sua ultima apparizione in una grande competizione, i Mondiali di Londra in cui vinse l'oro negli 800, come l'anno prima ai Giochi di Rio.    

E' tornata in una gara che non è la sua, i 5000 metri, una delle poche prove che le regole le permettono di disputare, ma anche se la sua non è stata una prestazione da far stropicciare gli occhi, almeno è stata un segnale. Anche di vita, per questa atleta dalle sembianze poco femminili che da anni lotta contro la federazione mondiale e ha sempre rifiutato di sottoporsi alle terapie ormonali che volevano imporle, come ha fatto anche la velocista del Niger Aminatou Seyni. "Ma, se volete, posso farvi vedere la vagina", arrivò a dire Semenya, per poi piegarsi ai regolamenti per poter continuare a gareggiare. Non prima di aver fatto outing ufficializzando il fatto di avere una compagna e di aver sottolineato, dopo il verdetto del Tas, che "per un decennio hanno cercato di rallentarmi, ma questo mi ha resa più forte. Tornerò in pista e continuerò a ispirare le giovani donne e atlete".    

Detto e fatto, grazie anche a un paio di forfait di altre atlete che le hanno permesso di essere inserita nella nazionale sudafricana per Eugene, così la sua gara della notte scorsa, seppur deludente dal punto di vista del risultato, è servita proprio a dare un esempio, contro le parole del presidente di World Athletics, Sebastian Coe, secondo il quale "la scienza chiara: il testosterone è una chiave determinante delle prestazioni, e sono stufo di avere discussioni con sociologi di second'ordine che cercano di dire a me o alla comunità scientifica che potrebbero esserci dei problemi. Non ce ne sono, e se non ci fosse una separazione di genere, nessuna donna vincerebbe mai un evento sportivo".    

Così ora la Semenya non dà più mezzo giro di pista di distacco alle avversarie, e correndo in 15:46.12 ha fatto peggio di 45 secondi dell'ultima ammessa alla finale, ottenendo il 28/o posto su 35 atlete in gara. A condizionarla anche il caldo, che come in molte altre del mondo di questi tempi non fa sconti, con 32 gradi in pista al momento del via. "Mi sento come se mi avessero arrostita - le sue parole in zona mista -, faceva davvero troppo caldo, e non potevo tenere il ritmo. Comunque fa parte del gioco e io ho provato finché mi è stato possibile. In ogni caso, è stato bello".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza