Leggera nei salti, e nel cuore. Le noti struggenti di 'Ne me quitte pas', l'abito color rubino, le labbra e le unghie rosso fuoco, uno chignon vezzoso e un'armonia col ghiaccio e il suo corpo che la regina dei pattini ritrova ancora una volta. Perché la vita numero X di Carolina Kostner la porta a solcare con le lame la quarta Olimpiade, 31enne in mezzo a un mare di bambine, da protagonista. "E non era affatto scontato", dice lei con orgoglio più che rivalsa. L'esordio sulla pista della Gangneung Ice Arena è dolce e graffiante, il corto per la gara a squadre dei Giochi di PyeongChang è da secondo posto, alle spalle della reginetta russa Evgenia Medvedeva. E trascina l'Italia in finale (stanotte la routine per le medaglie). Carolina ha di nuovo cambiato pelle, arriva con il bronzo europeo e la speranza di mettere ancora le lame in fila per una medaglia. Come quattro anni fa a Sochi, poi lo tsunami, la squalifica per aver protetto l'ex fidanzato (Alex Schwazer) finito in disgrazia per doping, il ritorno, la maturità e ancora la voglia di pattinare. "Non ho mai dato per scontato di esserci - dice con il sorriso - ho dovuto lottare e anche per questo c'è tanta soddisfazione".
La sua gara, quella individuale è in là da venire (21 e 23 febbraio) e Carolina ci arriva dopo tante pagine scritte e voltate. Infranto il tabù olimpico, questi Giochi coreani non sono un miracolo ma un bel regalo che la campionessa dei pattini si è fatta volando ancora alto. Complice quel talento che ora è sostenuto dalla fermezza, la stessa che ritrova atterrando sicura, senza tonfi. "Mi sento una privilegiata - racconta - per me è un onore essere qui, condividere anche con la squadra la passione, i sacrifici, l'amore per questo sport. Mi piace questo ghiaccio coreano fatto dai canadesi: mi ci sono sentita bene dal primo momento in cui ho messo i pattini". Le gare dell'artistico in questi Giochi sono al mattino, scelta dettata dalla tv americana che vuole in prima serata le piroette dei beniamini di casa. "Per me non è un problema - sorride l'azzurra - sono una mattiniera". E alla quarta Olimpiade non ci sono più mostri da combattere e prove da superare. "Ogni fase è diversa - aggiunge - ma la gara è sempre quella.