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Verstappen il predestinato, dai kart al mondiale

Verstappen il predestinato, dai kart al mondiale

Velocità è dono di famiglia, a 24 anni ha raggiunto la maturità

ROMA, 12 dicembre 2021, 19:06

Redazione ANSA

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Verstappen il predestinato, dai kart al mondiale © ANSA/EPA

Verstappen il predestinato, dai kart al mondiale © ANSA/EPA
Verstappen il predestinato, dai kart al mondiale © ANSA/EPA

Ecco il giovane leone che, al termine di una delle gare più incredibile nella storia della F1, ha beffato Lewis Hamilton, dominatore della velocità nell'era dei motori ibridi. Si chiama Max Verstappen, guida una Red Bull e sulla pista di Abu Dhabi ha vinto la decima gara della stagione e il suo primo titolo mondiale. C'è da scommettere che non si fermerà.
    Nato in Belgio 24 anni fa, Max è di nazionalità olandese, quella di papà Johannes, ex pilota di Benetton e Minardi. Con modesti risultati (107 gare tra il 1994 e il 2003, con due podi) così da affidare al figlio il compito di raggiungere quei traguardi a lui negati. Al genitore, anche oggi presente a bordo pista, lo lega un rapporto complesso, basato su una rigida educazione, appena mitigata da mamma Sophie Kumpen, a sua volta pilota di kart, nata in una famiglia di corridori professionisti. Poteva fare altro nella vita il piccolo Max, se non mettersi al volante di un bolide a quattro ruote? L'inizio della carriera di 'Mad Max' (il soprannome arriverà in F1 a testimoniare lo stile aggressivo) è precocissimo.
    Comincia a gareggiare sui kart a otto anni nei campionati belgi e olandesi. E vince da subito. Nel 2012 si prende la Master Series KF2, così come l'anno successivo, insieme alla Nations Cup KF3. Brucia le tappe. Sale sulle monoposto di Formula 3, nel 2014. Partecipa al campionato europeo FIA con la macchina del team Van Amersfoort Racing. Terzo a fine anno, con 10 vittorie, sei consecutive, compresa quella sulla storica pista di Zandvoort.
    Lo nota Helmut Marko, consulente della scuderia Red Bull e del suo proprietario, il milardario austriaco Dietrich Mateschitz, che lo chiama nel Red Bull Junior Team e poi lo vuole nel team satellite Toro Rosso. Il 3 ottobre 2014, all'età di 17 anni e 3 giorni, esordisce nelle prove libere del venerdì del GP in Giappone. Il talento è indubbio, resta qualche dubbio sull'età. E' facile bruciarsi arrivando così presto tanto in alto. Marko però vede in lui la fredezza del campione e nel 2015 lo fa debuttare. Non ancora diciottenne, Max ottiene due quarti posti, in Ungheria e negli Stati Uniti. E stabilisce due record: in Australia è il più giovane di sempre ad esordire in F1 ed in Malesia il più precoce nel raccogliere punti.
    Di lui impressionano velocità, temerarietà al limite dell'incoscienza, dedizione al lavoro. I contatti in pista sono frequenti ed i rapporti con i colleghi non facili. Ma a Verstappen non importa di essere considerato un pericolo pubblico. "Abituatevi - replica -, ognuno ha il proprio stile.
    Questo è il mio". E non si lascia intimidire. Ad un'icona come Niki Lauda che, dopo un duello sul filo dei 300 orari con la Ferrari di Raikkonen, gli consiglia di rivolgersi ad uno psichiatra, risponde: "Mi ci dovrebbe accompagnare...". Ma c'è anche chi in quel ragazzo spavaldo rivede il talento più limpido dai tempi di Ayrton Senna. Un altro legame con il brasile gli viene dalla fidanzata Kelly Piquet, figlia di Nelson, tre volte campione del mondo di F1.
    Il primo anno da rookie è eccellente e nel 2016, a stagione iniziata, viene promosso alla Red Bull. Sale sulla nuova monoposto proprio in catalogna e domenica 15 maggio, sul circuito del Montmeló, Verstappen ottiene un altro primato: a 18 anni, 7 mesi e 15 giorni diventa il più giovane pilota vincitore di un gran premio nella storia della F1. I successi diventano due nel 2017 e 2018, tre nel 2019, ancora due nel 2020, stagione contratta a causa del Covid. L'avversario da battere è sempre Hamilton. Missione compiuta negli Emirati Arabi, Max il predestinato
   

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