"Una provocazione": così, il vicepresidente dell'Aic Umberto Calcagno definisce la decisione dei club di Serie A di tagliare del 33% gli stipendi dei calciatori, nel caso in cui non si dovesse più tornare a giocare per questa stagione.
Dopo le dure parole di ieri del numero 1 dell'Assocalciatori Damiano Tommasi sull'iniziativa dei club, oggi Calcagno torna sul tema del taglio agli stipendi e sottolinea, al sito Calciomercato.it, che "l'assemblea di Lega non ha alcun potere giuridico sulle contrattazioni, che sono già in atto tra i club e i singoli calciatori. L'intento - spiega Calcagno - è quello di mettere in cattiva luce i calciatori, ma gli unici a fare una brutta figura in questa situazione sono proprio i presidenti. La provocazione, ripeto, di voler decurtare il 30% circa dagli stipendi mira palesemente a scaricare solo sui calciatori gli eventuali danni del sistema, in attesa di capire se si potrà tornare a giocare oppure no. L'unica parte che ha valore giuridico della nota dei club è l'ultima, quella in cui si dice che le società dovranno negoziare le modifiche contrattuali con i singoli giocatori. Mi pare che si chieda solo a quest'ultimi di fare la loro parte, quella degli altri mi sfugge".
Una linea di contrasto che trova d'accordo anche il numero 1 dell'Associazione italiana allenatori (Aiac), Renzo Ulivieri, che definisce la presa di posizione della Lega "estemporanea, che lascia il tempo che trova, perché ancora non sappiamo che fine faranno i campionati. Saranno le leggi statali e le norme della Figc a regolare le singole posizioni".
Intanto, sono in corso singole contrattazioni con i club: "Spero - prosegue ancora Calcagno - che si continui a dialogare, come già stava avvenendo squadra per squadra. È chiaro che, se l'atteggiamento di qualche presidente dovesse essere irrispettoso verso i propri giocatori, non è da escludere che si possa arrivare a contenziosi sul dovuto o sul non dovuto. C'è anche la prospettiva, per qualche giocatore, di mettere in mora la società e svincolarsi. In questo momento - conclude - deve esserci la collaborazione da parte di tutti per arrivare ad una giusta soluzione".
Le mosse della Fifa
La Fifa ha approvato delle linee guida sui temi più caldi del difficile momento: dal mercato, alle scadenze dei contratti fino, appunto, agli stipendi. La Federazione internazionale incoraggia "fortemente" club e giocatori a lavorare insieme per trovare accordi; ma, nel caso non si potessero raggiungere, ha stabilito dei criteri per decidere nel merito e arrivare a soluzioni "giuste ed equilibrate per tutte le parti", valutando tra l'altro la reale volontà da parte del club di chiudere, la sua situazione economica, la proporzionalità dell'adeguamento al contratto stesso, l'eventuale disparità di trattamento fra giocatori.