Fulvio Collovati, che aveva detto frasi sessiste a Quelli che il calcio ("le donne non possono parlare di tattica, quando sento che lo fanno mi si rivolta lo stomaco") per poi scusarsi, è stato sospeso per due settimane - a quanto si apprende - da ogni attività in Rai, tv e radio, dall'ad Fabrizio Salini.
Fulvio Collovati, campione del mondo di Spagna '82, nega in tv con toni forti la possibilità che ci sia competenza tecnica delle donne del calcio ("non possono parlare di tattica, quando sento che lo fanno mi si rivolta lo stomaco") e la moglie Caterina, apprezzata opinionista del settore, gli dà ragione: subito scatta il dibattito social, con comprensibile coda polemica. L'Ansa ne parla al telefono con la massima esponente del movimento calcistico femminile in Italia, Milena Bertolini, ct delle azzurre qualificate alla fase finale dei prossimi campionati Mondiali in programma in Francia.
E alla fine non tardano le scuse dell'ex campione del mondo. "Mi scuso per le frasi involontariamente sessiste pronunciate ieri, pur nel clima goliardico di 'Quelli che il calcio' abbiano urtato la sensibilità delle donne. Sono state inopportune e me ne dispiaccio non era mia intenzione offendere nessuno": così, via twitter Fulvio Collovati si scusa dopo che ieri aveva negato la possibilità che ci sia competenza tecnica delle donne del calcio scatenando polemiche.
Mi scuso se le frasi pronunciate in chiusura di trasmissione a Quelli che il Calcio pure in un clima goliardico , abbiano urtato la sensibilità delle donne .Me ne dispiaccio ma non era mia intenzione offendere nessuno , chi mi conosce sa quanto io rispetti l'universo femminile.
— Fulvio Collovati (@FulvioCollovati) February 18, 2019
"Un'uscita così la associo ad una mentalità primitiva - argomenta Bertolini - Un po' come nelle nelle migrazioni barbariche quando le donne avevano come unico compito contenere le vivande. Qualche anno però è passato, hanno inventato il frigorifero nel frattempo ma come mentalità c'è ancora chi è rimasto là. La tattica? Ma la competenza non ha sesso. Secondo me fare una affermazione del genere significa anche avere un po' di paura a confrontarsi con una donna. Io ho frequentato il supercorso di Coverciano come tante altre donne e ho anche avvertito la stima di molti colleghi uomini. Penso che la mentalità di Collovati sia scollata dalle realtà, lo invito a vedere qualche partita di calcio femminile di alto livello, vedrà che tatticamente sono squadre evolute e perlomeno una cosa la impara: ovvero che il mondo è andato avanti".
IL VIDEO DI 'QUELLI CHE IL CALCIO'
"Una frase sessista, zeppa di stereotipi durante Quelli che il calcio: qualcuno ha spiegato al signor Fulvio Collovati che la Rai ha un contratto di servizio che impone un linguaggio non stereotipato nei confronti delle donne?". Così, in una nota, l'Usigrai e la commissione Pari Opportunità del sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini. "Uno squallido siparietto, quello che si è verificato durante la puntata di domenica 17 febbraio di Quelli che il calcio in onda su Rai2 - affermano - al quale non avremmo mai voluto assistere. Aggravato dal fatto che Collovati ha ribadito e rivendicato gli stessi concetti in una successiva intervista al corriere.it". Fulvio Collovati - ricordano Usigrai e Cpo - ha detto: "Quando sento una donna, anche le mogli dei calciatori, parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio! Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c'è niente da fare". "Ci chiediamo - continuano - se i responsabili del programma, la direzione e i vertici della Rai ritengano di dover prendere le distanze, stigmatizzare e porre rimedio a quanto avvenuto. E se, in assenza di scuse pubbliche, la Rai ritenga di volerlo confermare come opinionista. La frase di Collovati infatti non soltanto denota mancanza di sensibilità umana e professionale ma soprattutto viola palesemente quanto previsto dal contratto di servizio nell'articolo 2 comma 3 lettera g: 'superare gli stereotipi di genere al fine di promuovere la parità e di rispettare l'immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione'".