Viaggio all'inferno e ritorno. "La mia stagione è stata tribolata, questo è certo". Vincenzo Nibali è sospeso fra il passato prossimo e le sfide che verranno. Il suo personale 2015 si chiude con le braccia al cielo e il sorriso sornione di chi è appena uscito da un incubo. Doveva rivincere il Tour, ha messo le mani sul 'Lombardia'. Sarebbe dovuto naufragare nella 'palude' dell'impopolarità, dopo il gesto folle alla Vuelta, quando si attaccò alla macchina Astana per risalire il gruppo, invece è entrato nella storia come uno dei pochi a collezionare Giro-Tour-Vuelta e sommarli alla classica d'autunno. Il bilancio del messinese, dunque, non può che essere positivo. Per tutta una serie di motivi, visto che all'inizio "la fatica a trovare il ritmo di gara è stata eccessiva", spiega Nibali, all'Ansa.
"Ero in ritardo - confessa da Abu Dhabi, dove ha partecipato all'omonimo Tour di Rcs Sport - ma ho cercato di fare sacrifici. Ho sempre avuto l'obiettivo del Tour, ma è chiaro che, dopo la vittoria del 2014, ripetersi non sarebbe stato semplice. E poi chi lo dice che avrei dovuto vincere per forza? Ho avuto una settimana molto difficile all'inizio, ma ho saputo reagire; ho guadagnato posizioni fino ad arrivare al quarto posto che resta un bel risultato. Con un po' di fortuna potevo pure salire il podio. Nei primi giorni sono stato penalizzato da intoppi di vario genere". La stagione, da tragicomica - fra salti di catene, forature, altri contrattempi - si è trasformata in esaltante.
Nibali ha pedalato controvento, dall'inizio alla fine, pur vincendo un altro titolo italiano assoluto. "Bisogna fare i conti pure con questo tipo di problemi. La ruota gira e magari questo era l'anno in cui andava tutto male", ammette, amaro. C'è chi dice che, quando si comincia a perdere, si diventa perfino più simpatici. Nibali ride: "Diciamo che bisogna saper perdere, accettare le sconfitte e, proprio dalle sconfitte, trovare la forza di rinascere. L'importante è non perdersi d'animo. Alla Vuelta, per esempio, contro di me è stata applicata la massima pena, a un altro non lo avrebbero escluso dalla corsa. Ma non me la sono presa più di tanto: per me è stato un punto di partenza. Ho lavorato a testa bassa, avevo degli obiettivi, li ho conquistati. Non è stato semplice, ma ho ottenuto quello che volevo dalle gare in linea. L'indole mi porta a cercare il momento giusto per provarci: così che ho vinto il 'Lombardia'.
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