Si sono svolti a Tokyo, nel corso della tappa giapponese del tour mondiale della Amerigo Vespucci, la proiezione di un documentario e il dibattito su Pier Paolo Pasolini, che hanno provato a raccontare i vari aspetti della vita e dell'opera di uno degli intellettuali più controversi e amati del Novecento italiano.
"Avere un pezzo della nostra Italia mobile in questo Paese e poter parlare di un autore tanto importante ha un gran valore", spiega Laura Imai Messina, scrittrice residente a Tokyo, all'ANSA. "Si è parlato del tema dell'Altrove - che è presente nella letteratura di Pasolini. Un 'Altrove' che parte dall'allontanarsi molto, esattamente come un veliero che va alla scoperta di nuove terre. Anche uno sguardo che poi acquisisce nell'accogliere nuove realtà. E che poi riporta a casa per vedere la realtà più prossima, come quella italiana, con occhi diversi".
Dopo essere stato oggetto di culto in Giappone per gli studenti universitari negli anni '70, Pasolini adesso è meno conosciuto tra le nuove generazioni, da qui la campagna di visibilità sul valore universale dell'artista. "Molto spesso anche il dibattito italiano su Pasolini si è ridotto a degli scontri tra partiti che avevano una visione cliché della figura del personaggio" afferma il drammaturgo Gian Maria Cervo presente alla conversazione pubblica. "E invece oggi c'è tutta una generazione nuova di artisti che vuole restituire la complessità di Pasolini, oserei dire la verticalità di Pasolini. Tutti gli strati di questa figura cosi importante per la nostra cultura, per il nostro Novecento, che ha avuto anche visioni profetiche sul Ventunesimo secolo".
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