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Cinque cose da sapere se studierai Biotecnologie

Cinque cose da sapere se studierai Biotecnologie

Sai come funziona all’università, cosa ti aspetta dopo la triennale e la magistrale?

19 marzo 2016, 14:00

Redazione ANSA

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Hai scelto di studiare Biotecnologie, ormai sei sicuro: ma sai come funziona all’università, cosa ti aspetta dopo la triennale e la magistrale? E una volta entrato nel mercato del lavoro? Ecco 5 cose che dovresti sapere se scegli Biotecnologie secondo questo articolo di Skuola.net a cura di AlmaLaurea.

#5 Potresti laurearti un po' più tardi
Studi prevalentemente Scienze Biologiche, Chimica e Scienze Mediche. Chi si è laureato prima di te 9 volte su 10 ha conquistato il titolo a 24 anni, mettendoci in media 4,4 anni e con voto medio pari a 100,8. E durante gli studi ha fatto qualche esperienza di studio all’estero, il 6%, e un bel po’ di stage formativi, l’80%.

#4 Dopo la triennale, la magistrale ti aspetta
Dopo la laurea triennale in Biotecnologie chi è arrivato al traguardo prima di te tende a proseguire gli studi con la magistrale (84%), puntando o su Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche (scelto dal 59%) o Biotecnologie industriali (20%), ma anche Biologia (10%).

#3 Non faticherai a trovare lavoro
Dopo 5 anni dalla laurea, per chi ha scelto la magistrale Biotecnologie industriali il lavoro c’è eccome (85%), ma non va male neppure a chi ha fatto Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche (81%). Un po’ meno bene, ma non malissimo a chi ha puntato su Biologia (76%).

#2 Lo stipendio non sarà tra i più alti
I laureati in Biotecnologie industriali, a 5 anni dal titolo, guadagnano in media 1.450 euro netti al mese. Poco meno va ai professionisti laureati in Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche, che si assestano su 1.419 euro mensili. Segue Biologia che si scende a 1.161 euro mensili netti. La stabilità lavorativa coinvolge 53 laureati su 100 per Biologia, e circa il 52% dei laureati in Biotecnologie Industriali. Meno bene va ai laureati in Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche, solo il 41% è stabile. Ma attenzione dentro a questi “stabili” c’è anche chi sceglie di mettersi in proprio. E i contratti a tempo indeterminato, quanti sono? Il 41% per i Biotecnologi industriali, solo il 33% per i Biologi e il 29% per le Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche, tra i quali sono più diffuse le attività autonome.

#1 La sanità, l'istruzione e l'industria chimica ti aprono le porte
Il settore dei servizi la fa da padrone tra i Biotecnologi. La maggioranza dei laureati in Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche si inserisce nel settore della sanità (28%) e dell’istruzione e ricerca (25%), così come i laureati in Biologia (26% lavora nella sanità, il 23% nell’istruzione e ricerca). C’è poi un bel gruppetto, il 31%, dei laureati in Biotecnologie industriali che opera sempre nel campo dell’istruzione e ricerca; a seguire l’industria chimica ed energetica, dove trova lavoro circa 1 laureato su 5.

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