Troppi studenti ancora denunciano casi di omofobia da parte di insegnanti e coetanei. E' quanto emerge da una web survey di Skuola.net su un campione di circa 4mila studenti di medie e superiori in occasione del voto al Senato sul ddl Cirinnà. Circa 1 ragazzo su 3 racconta di non aver mai affrontato il tema dell'omosessualità a scuola, e 1 su 7 svela che quando se ne è parlato i propri prof l'hanno definita una malattia. Se 1 studente su 5 scoprisse di essere gay non ne parlerebbe con nessuno e questo probabilmente è ricollegabile a quell'1 su 3 che denuncia casi di omofobia da parte di docenti e coetanei tra le mura scolastiche. È chiaro che c'è un problema, ma "prima di parlare di omofobia a scuola, è necessario parlare di sesso-fobia" dichiara a Skuola.net Fiorenzo Gimelli, presidente nazionale Agedo, Associazione Genitori di Omosessuali. "Da anni insistiamo sulla necessità di insegnare l'educazione alla sessualità e all'affettività a scuola, ma incontriamo troppe resistenze. E' chiaro - continua Gimelli - che se non si hanno i mezzi per gestire le proprie pulsioni e i propri sentimenti sia difficile entrare in relazione con gli altri, e si generi discriminazione e omofobia. Quando sono oggetto di bullismo, poi, troppo spesso i ragazzi gay sono soli nella loro battaglia. Si pensi che solo circa il 20% di loro ha fatto coming out, così spesso la famiglia neanche immagina ciò che sta passando. E la scuola al momento non è preparata ad accoglierli. E' un vero problema se si pensa che il 5-10% della popolazione umana è omosessuale: questo vuol dire che tutti noi abbiamo tra amici e parenti una persona gay". L'insicurezza dei giovanissimi nel relazionarsi al tema dell'omosessualità si manifesta anche quando sono messi di fronte a casi reali di discriminazione e di omofobia. Il 33% dei ragazzi che ne denuncia casi all'interno delle mura scolastiche, dichiara di non aver fatto niente per reagire. Quando i casi di omofobia sono avvenuti online (9% del totale), è ben il 54% a dire di aver scelto di rimanere in disparte senza prendere iniziative. Ecco perché se poi si avessero dubbi sulla propria identità sessuale, o si acquisisse la consapevolezza di essere gay, circa 1 su 5 si chiuderebbe nel più assoluto silenzio. Dalla ricerca tuttavia emergono differenze a seconda che a rispondere siano studenti di sesso maschile o femminile. Se dovessero rendersi conto di essere omosessuali, le ragazze sarebbero disposte in una percentuale superiore alla media a confidarsi con i genitori e avrebbero meno problemi nel coming out. I ragazzi, invece, si chiuderebbero in sé stessi. Allo stesso modo le ragazze dimostrano una maggiore sensibilità sul tema, rispondendo con più reattività di fronte ai casi di omofobia: oltre a dare più importanza a questi episodi (sono in una percentuale superiore alla media le ragazze che dichiarano che nella propria scuola ci sono stati casi di discriminazione), si mostrano pronte più dei maschietti a prendere posizione contro di essi.
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