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Cerchi lavoro? Sei cose che ti aspettano dopo l'università

Cerchi lavoro? Sei cose che ti aspettano dopo l'università

Smartphone e social a portata di mano, estrema facilità nel cambiare lavoro. Ma anche attività oltre l’orario canonico e qualche esperienza in nero

12 ottobre 2015, 17:48

Redazione ANSA

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Cerchi lavoro? Sei cose che ti aspettano dopo l 'università - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cerchi lavoro? Sei cose che ti aspettano dopo l 'università - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cerchi lavoro? Sei cose che ti aspettano dopo l 'università - RIPRODUZIONE RISERVATA

I lavoratori del nuovo millennio sono tutto, meno che scansafatiche. I giovani tra i 18 e i 34 anni sono una generazione piena di qualità: stakanovisti, versatili, social e pieni di speranze. Lo rivela la ricerca “Vita da Millennials: web, new media, startup e molto altro. Nuovi soggetti della ripresa italiana alla prova”condotta su 2,3 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni, realizzata dal Censis per il Padiglione Italia di Expo 2015. Secondo un’analisi di Skuola.net, ci sono 6 cose che ogni laureato dovrà aspettarsi una volta finita l’università e entrato lavoro. Ma questi consigli valgono anche per tutti quelli che all’università non ci vanno e decidono di andare a lavorare dopo le superiori.

#6 A lavoro anche se vali molto di più’
Schizzinosi? No grazie:unlavoratore del futuronon si lascia scoraggiare da niente. La voglia di lavorare deve essere così tanta che non bisognapreoccuparsi di certo se, all’inizio, bisogna fare la gavetta. Dai dati Censis risulta che sono 2,3 milioni i ragazzi e le ragazze che accettano una proposta di lavoro anche se la loro qualifica è superiore rispetto al lavoro da svolgere.

#5 Versatilità a cambiare lavoro
Pronti acambiarelavoro, anche nel giro di sei mesi? Bisogna imparare ad adattarsi senza troppi problemi, anche se toccherà svolgere qualche lavoretto di ritaglio per racimolare qualcosina per “tirare avanti”. Dai dati del Censis infatti ad aver risulta che sono 1 milione i lavoratori che hanno svolto due lavori negli ultimi dodici mesi. Ma si contano anche tanti altri, circa 1,8 milioni che pur di guadagnare qualcosa svolgono dei piccoli lavoretti.

#4 Lavorare in nero
Purtroppo è una piaga costante. Il lavoro senza contratto sembra toccare tutti prima o poi. Ma in tempi di crisi, come si sa, tutto va bene e pur di campare e guadagnare qualche soldo, si scende anche a questo compromesso. I giovani che hanno svolto un lavoro in nero nell’ultimo anno sono 1,2 milioni.

#3 Lavorare oltre orario (senza soldi per gli straordinari)
Succederà anche questo. Uno dei dati più interessanti della ricerca Censis è che i lavoratori del nuovo millennio sono degli stacanovisti.O sono costretti ad esserlo. Lavorano sodo, e pure tanto, sono 3,8 milioni quelli che svolgono le proprie attività oltre l’orario formale. Ad un certo punto però bisogna pur parlare di soldi. Purtroppo, però, di questi stacanovisti 1,1 milione non ha ricevuto il pagamento degli straordinari e 1,7 ha lavorato con una retribuzione saltuaria; oltre al danno anche la beffa.

#2 Essere digital e social
Niente confini e niente di impossibile ma tutto a portati di mano, anzi di dito. Si perché ormai non si fa più nulla senza smartphone. Che tu sia un giovane imprenditore o un dipendente d’azienda, i social e l’approcciodigitale attraverso strumenti tecnologici sono d’uso comune: una pratica scontata da avere nel curriculum. Dalla ricerca Censis emerge che il 94% usa internet con la stessa facilità con cui beve un bicchier d’acqua, mentre l’87,3% e iscritto almeno ad un social network. Lo smartphone invece sempre in tasca e connesso ad internet per l’84,7%.

#1 Avere voglia di cambiare il proprio futuro
Pochi quattrini in tasca e lavoro in nero, ma tanta fiducia nel futuro.Per i Millennialsil meglio deve ancora venire: lo pensa il 42,1%. Inoltre hanno la convinzione che il futuro vada costruito con una spinta al cambiamento nel quotidiano: “Il 77,1% dichiara che nella propria vita ci sono cose che cambierebbe (il dato medio è pari al 62,6%) e la necessità di cambiamenti radicali è espressa dal 27,1%”. A denti stretti verso un domani migliore.

 

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