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Salvini: "Io candidato premier? Se chiedono ci sono. Col no si va a votare"

Il leader del Carroccio con Giovanni Toti: "A Padova tradito il voto degli elettori, squallido"

"Dopo la Brexit e Trump non è più tempo di avere paura. E da Firenze si parte per andare a vincere. Io non ho paura di nulla e di nessuno e io la faccia ce la metto". Matteo Salvini lancia da Santa Croce sabato la sua nuova Opa sul centrodestra convinto di avere in poppa il vento che ha soffiato in Gran Bretagna e in Usa ma non ha fatto i conti con la capacità di reazione del leone Silvio Berlusconi. Il Cavaliere in una lunga intervista al Corriere della Sera, mostra di dare poco peso al caso Salvini e liquida come "ingenuità" la strategia aggressiva del segretario della Lega Nord. Stefano Parisi addirittura rilancia: "E' arrivato il momento. Ora dobbiamo candidarci alla guida del Paese". Il Cavaliere poi lancia il suo warning all'avversario con i fatti, sulla scacchiera nazionale: a Padova al termine di un lungo scontro interno alla maggioranza, soprattutto tra Lega e Fi, cade la giunta leghista Bitonci. E' il segnale dell'avvio della guerra: poche ore dopo il segretario veneto del Carroccio, Toni Da Re, lancia il suo "liberi tutti" e annuncia: "per coerenza gli assessori regionali di Fi diano le dimissioni". E' un "rompete le righe" agli uomini del Carroccio a cui ordina il "via libera ad abbandonare Fi in tutte le amministrazioni del Veneto" e a correre in solitaria per le prossime amministrative a Verona e Belluno. Unica città a salvarsi dalla battaglia è Venezia: il sindaco civico di centrodestra Luigi Brignaro si tiene le mani libere tanto che, tra l'altro, ha da poco annunciato il suo Sì al referendum. Dal canto suo Salvini prova a restare cauto ma a Firenze avverte: "Chi non c'è fa la sua scelta". E detta le sue 'condizioni'. Innanzitutto sulla legge elettorale: affonda il proporzionale che servirebbe solo ad "inciuciare meglio". E scalpita per andare ad elezioni: "Se vince il no si va a votare, se vince il no scelgono i cittadini non Mattarella".

Anzi, "Chi è Mattarella?" attacca. Intanto continua a tessere la sua tela di alleanze. Sotto il palco a Firenze si scatta un selfie con Giorgia Meloni e Giovanni Toti, che gettato il cuore oltre all'ostacolo si mostra accanto a Salvini. Spaccando Forza Italia. "Avanzerà la sua proposta e ne ha tutto il diritto. Ma senza FI, Berlusconi e un centrodestra forte, unito, radicato, alternativo alla sinistra non si va da nessuna parte" avverte Maurizio Gasparri che tenta di ricucire lo strappo in Veneto plaudendo alla decisione del responsabile organizzativo Fi di espellere i due consiglieri azzurri che a Padova, "con un atteggiamento irresponsabile", hanno causato la caduta del Comune. "Solo uniti, insieme alla Lega e a FdI, possiamo rilanciare il centrodestra e candidarlo alla guida del Paese. L'ubriacatura di Parisi rischia di farci sbandare" dice invece Daniela Santanchè. Sono in molti, non solo nel Pd che attacca il "centrodestra spaccato" e Renzi che si rivolge agli elettori del Carroccio e del M5s per dirgli che i loro eletti "sono affezionati alle loro poltrone e ai loro privilegi", a suonare l'allarme.

"Credo che Berlusconi si stia rendendo conto che una Fi suddita della Lega non va da nessuna parte" commenta il sindaco di Verona e leader di 'Fare!', Flavio Tosi. Anche il M5s approfitta della crisi a Padova per attaccare il 'nemico' Salvini: "la Lega di Salvini fallisce sempre" affonda il blog di Beppe Grillo. Parisi intanto ringrazia Berlusconi e ribadisce: "noi non siamo quella roba che è a Firenze oggi". E avverte: "Ora è il momento. Altrimenti l'alternativa arriverà tra poco e sarà o Renzi o Grillo. O si cambia passo o siamo morti. E la risposta non è Salvini e non sono le ruspe ma la nostra capacità di dare soluzioni al Paese".

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