Festa grande giorni fa nella scuola pubblica nel rione a-Salam, a due passi dal valico di Rafah, nella estremità sud di Gaza. Mustafa Shemalach, 27 anni, ha sposato la sua Efnan, il cui nome significa 'rami d'albero completamente estesi'. Un messaggio di speranza in una Gaza in guerra da tre mesi e senza che gli abitanti riescano ancora a vedere una via d'uscita. In una conversazione con l'ANSA gli sposi hanno raccontato di essersi fidanzati all'inizio di ottobre.
Quel famigerato 7 ottobre Efnan era attesa nel rione Zaitun di Gaza City per conoscere formalmente i genitori dello sposo. Da tempo Mustafa aveva provveduto a costruire, sul tetto della casa, un piccolo appartamento per la sua futura famiglia. Ma nelle prime fasi della guerra l'intero edificio degli Shemalach è crollato sotto ai bombardamenti e per la famiglia è iniziata una lunga odissea all'interno della Striscia. Mustafa ed Efnan si sono ritrovati a Rafah, fra centinaia di migliaia di sfollati. "Progettavamo di sposarci a metà ottobre - dice Efnan -. Poi, durante la guerra, molti parenti di Mustafa sono rimasti uccisi. Nella nostra tradizione, quando c'è un lutto in casa il matrimonio viene rinviato di sei-sette mesi. Ma queste sono circostanze eccezionali, e abbiamo deciso di sposarci egualmente". Per l'occasione la scuola dove i Jibril, la famiglia di Efnan, si sono rifugiati si è mobilitata. La classe dove dormono è stata addobbata a festa, per quanto possibile, con gli abiti appese alle finestre in assenza di armadi.
E Mustafa aveva eretto una 'tenda nunziale' fuori dalla scuola. "Ho sempre sognato di sposarmi vestita di bianco - dice Efnan -. Ma qui non è stato possibile trovare un abito". Una delle sfollate le ha allora prestato un vestito tradizionale palestinese, con ricami delicati color rame. "Non proprio la mia misura, ma andava benissimo egualmente". Poi è sorto il problema dello specchio. Efnan voleva truccarsi, ma non riusciva a trovarne uno. E allora ha fatto ricorso al proprio cellulare.
Al momento opportuno il padre di Mustafa e lo sposo hanno finalmente fatto ingresso nella classe mentre tutti gli sfollati battevano le mani. "Erano felici di staccarsi dagli orrori della guerra. Tutti anelavano ad un momento di gioia, di solidarietà, di tranquillità". Un piccolo altoparlante collegato a un cellulare ha rilanciato una musica ritmata, mente coriandoli venivano lanciati sui presenti, intenti a godersi un buffet di biscotti, datteri e tazze di tè. "La scuola si è trasformata in una sala per ricevimenti", ricorda commossa Efnan. Dopo un'ora e mezzo di allegria e di spensieratezza la coppia si è accomiatata dagli ospiti ed è passata nella tenda che Mustafa aveva decorato per Efnan con lampadine colorate, per iniziare la loro vita insieme.
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