Israele saluta Zvi Zamir, il mitico capo del Mossad negli anni Settanta, morto oggi a 98 anni. Il suo nome resterà scolpito per sempre nella storia di Israele: in particolare per il ruolo svolto all'inizio degli anni '70 quando lo Stato ebraico dovette cimentarsi contro i dirottamenti di aerei da parte di fedayn palestinesi, contro il terrorismo sofisticato del 'Settembre Nero' e poi anche quando nell'ottobre 1973 gli eserciti di Egitto e Siria lanciarono un attacco simultaneo. In tutti quegli eventi turbinosi, al fianco della coriacea premier Golda Meir, Zamir ebbe un ruolo di primo piano, dietro le quinte, nelle stanze dove ogni giorno si dovevano prendere decisioni critiche e drammatiche. L'ufficio di Benyamin Netanyahu ha oggi reso omaggio alla sua figura: "E' stato uno dei capi del Mossad più influenti. E le sue tracce si avvertono anche oggi". Zamir era nato nel 1925 in Polonia col nome di Zvi Zherzheski. A 17 anni, in quella che era ancora la Palestina sotto Mandato britannico, si arruolò nel Palmach, la principale organizzazione armata ebraica. Dopo la fondazione di Israele, aveva fatto carriera nell'esercito fino ad essere nominato comandante della regione militare meridionale.
Per le sue doti particolari, nel 1968 il premier Levy Eshkol lo nominò capo del Mossad, carica rivestita fino al 1974. Israele era appena uscito trionfante dalla guerra dei sei giorni, ma non poteva concedersi distrazioni. Infatti da li' a poco sarebbero iniziati clamorosi dirottamenti di aerei da parte di terroristi palestinesi: un volo della El Al costretto ad atterrare ad Algeri, uno della Sabena dirottato a Tel Aviv, un attentato all'aeroporto Ben Gurion condotto da un commando di terroristi giapponesi filo-palestinesi. E poi l'episodio più clamoroso: la strage dei 12 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco (1972) da parte dei palestinesi di Settembre Nero. Golda Meir e Zvi Zamir, entrambi dotati di nervi d'acciaio, avviarono allora una operazione con la quale - nel corso di anni, ed in diversi continenti - avrebbero eliminato tutti i responsabili della strage olimpica. Il Mossad in quegli anni fu incluso nel ristretto club dei servizi di sicurezza più efficienti al mondo. Ma ancora una volta il pericolo incombeva sullo Stato ebraico. Ed ancora una volta Zvi Zamir era al posto giusto al momento giusto. Aveva saputo individuare in Egitto un informatore di prima classe: l'uomo di affari Ashraf Marwan, un personaggio che aveva libertà di movimento nell'entourage del presidente Anwar Sadat. Il 5 ottobre 1973 Zamir volò a Londra da Marwan ed apprese che un conflitto di grandi dimensioni era questione di ore. Al suo ritorno in Israele allertò Golda Meir: ma il capo dell'intelligence militare Eli Zeira ed il ministro della difesa Moshe Dayan rimasero scettici. Israele si trovò dunque impreparato quando in effetti poche ore dopo iniziò la guerra del Kippur. "Zamir si è sempre rimproverato per non aver alzato la voce nella seduta decisiva prima della guerra", ha detto oggi alla radio militare Dany Yatom, un altro ex capo del Mossad: "Diceva che avrebbe dovuto battere i pugni sul tavolo, o forse anche rovesciare il tavolo nell'ufficio di Golda Meir". Zamir esce adesso di scena, proprio in mesi in cui Israele è di nuovo sgomento per essersi fatto cogliere totalmente di sorpresa - questa volta da Hamas - con l'attacco dello scorso ottobre.
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