Due pullman bianchi lasciano il carcere di Ofer in Cisgiordania, diretti a Ramallah: il primo scambio frutto della tregua a Gaza si è completato. L'accordo prevedeva la liberazione di tre prigionieri palestinesi per ogni ostaggio israeliano rilasciato da Hamas e così è stato. Ma per Israele non deve essere un'occasione per prestare il fianco alla propaganda di Hamas. I mezzi con i detenuti non escono tra la folla e hanno i vetri oscurati, affinché non ci sia alcun gesto di esultanza o segno di vittoria da immortalare.
Le trentanove persone, 24 donne e 15 minori scelti da una lista di trecento, hanno lasciato definitivamente gli istituti di detenzione israeliani nel pomeriggio: erano stati accusati di vari reati, dal lancio di pietre fino al tentato omicidio con accoltellamenti. Sono originari di varie città, da quelle più a nord come Jenin, Tulkarem e Nablus, ma anche di Gerusalemme, Betlemme, Hebron e Ramallah. Nessuno di loro ha compiuto omicidi, ma alcuni avrebbero arrecato gravi lesioni a israeliani. Tra questi ci sono Marah Bakir, condannata a otto anni e mezzo di prigione nel 2015 per aver ferito a coltellate due persone, e Fatima Numan Ali Badr, arrestata dopo aver tentato di accoltellare le guardie di sicurezza. Una delle donne rilasciate è Hanan Barghouti, 52 anni, che era stata tra le ultime ad essere arrestate quasi quattro mesi fa per terrorismo: si tratta della sorella del comandante Nael Al-Barghouti, secondo Israele un anziano membro di Hamas che sconta 33 anni di carcere per aver partecipato al rapimento e all'uccisione di un soldato israeliano. "Sono felicissima, ma non festeggeremo.
Siamo in lutto per quello che sta accadendo a Gaza", dice sua cognata Aman, che l'aspetta a Bitunya assieme ai familiari degli altri detenuti rilasciati. Tra i liberati al momento non c'è invece Asraa Javis, la 38enne di Gerusalemme condannata a undici anni dopo che nel 2015 la sua auto andò a fuoco ad un posto di blocco mentre si trovava con il figlio. Sua madre Muntaa si era limitata dire: "Vorrei solo averla presto a casa con noi".
L'annuncio sul rilascio dei detenuti era stato dato dal ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, e man mano in Cisgiordania si era sparsa la notizia del trasferimento delle detenute dal carcere di Demon verso quello di Ofer, dove in tanti si erano radunati con bandiere palestinesi: qui l'esercito israeliano ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere la folla che si era creata davanti all'istituto. Solo in seguito sono usciti i due pullman con a bordo i prigionieri accompagnati dai team della Croce Rossa.
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