Attentato con finalità di terrorismo e omicidio. Sono i reati per i quali procedono i magistrati della Procura di Roma in relazione alla morte di tre cittadini italo-israeliani avvenuta durate l'attacco di Hamas il 7 ottobre scorso. Si tratta di un atto dovuto dopo che i carabinieri del Ros hanno trasmesso a piazzale Clodio una informativa con la notizia del decesso dei coniugi Evitar Kipnis e Liliach Lea Havron e Nir Forti. I corpi dei tre, all'inizio dati tra i dispersi, sono stati individuati alcune settimane dopo. In particolare i due coniugi furono attaccati nel kibbutz di Be'eri, uno dei più martoriati il 7 ottobre, mentre Forti era tra i giovani che avevo preso parte al rave party nel deserto del Negev, a poca distanza dalla striscia di Gaza.
I procedimenti sono coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi e non è escluso che per praticità investigativa i due procedimenti possano confluire in un solo fascicolo che potrebbe, in futuro, contenere, nel caso dovessero arrivare altre conferme su cittadini di nazionalità italiana deceduti, altre posizioni.
Nei primi giorni dopo l'attacco la famiglia di Kipinis e Havron aveva lanciato appelli anche via social. Kipnis è stato poi riconosciuto attraverso l'analisi del Dna, mentre sulla tragica sorte della moglie è arrivata la certezza il 23 ottobre scorso. Di lei i familiari, in particolare, avevano diffuso una foto che la mostrava sorridente, vestita di chiaro in un campo di girasoli assolato. A dare l'annuncio era stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Ho appreso del decesso di Liliach Lea Havron, italo-israeliana e moglie di Eviatar Kipnis, il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi". La loro casa venne data alla fiamme nel corso dell'azione terroristica.
Il ministro aveva incontrato i figli della coppia, Yotam e Nadav, nella sua missione a Tel Aviv il 13 ottobre, quando la famiglia nutriva ancora una speranza, seppure appesa a un filo, mista all'angoscia di immaginarli nelle mani di Hamas a Gaza.
Alcuni giorni dopo l'attacco, il 17 ottobre, il corpo di Eviatar era stato identificato, solo grazie al test del Dna, tra le centinaia di cadaveri rimasti senza nome. Forti, 29 anni, è stato invece barbaramente ucciso nel corso del festival di musica di Reim. Lì si era recato assieme ad una amica. Secondo quanto ricostruito, il giovane venne fermato da uomini armati, che forse credeva agenti di polizia e colpito al torace prima di non essere più rintracciabile.
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