Ostaggio di Hamas nei tunnel di Gaza a tre anni e senza genitori, uccisi nel kibbutz Kfar Aza da quegli stessi terroristi che ora la tengono prigioniera. La vicenda della piccola Avigail Idan è emersa in una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e l'Emiro del Qatar sceicco Tamim bin Hamad al-Thani. Biden, fa sapere la Casa Bianca, "ha condannato in maniera inequivocabile il sequestro di ostaggi da parte di Hamas, fra cui molti bambini, una delle quali è una piccola di tre anni con cittadinanza americana i cui genitori sono stati uccisi da Hamas il 7 ottobre".
Da allora Avigail è nelle mani dell'ala militare di Hamas: una sorte crudele inflitta a più di 20 bambini, tra cui un bebé di nove mesi (Kfir 'Firfir' Bibas) e ad altri come Emma e Yuli Konio (3 anni), Naveh (8 anni) e Yahel Shoam (3 anni) e i fratellini Brodtz, Uria di 4 anni, Yuval di 8 e la maggiore Ofri di 10. La loro sorte da allora è ignota, come quella di tutti i 239 ostaggi catturati da Hamas, dalla Jihad islamica e forse anche da altre fazioni presenti a Gaza. In Israele l'attacco di Hamas ha lasciato inoltre 20 bambini orfani dei genitori.
Il 7 ottobre il padre di Avigail, Roi Idan, fotografo professionista, ha ripreso uno dei primi membri di Hamas mentre, a bordo di un parapendio, penetrava oltre i recinti del kibbutz Kfar Aza. Poi è corso a casa dalla moglie Smadar per avvertirla del pericolo e per dirle di mettere in salvo il fratello di Avigail, Michael (9 anni), e la sorella Amalia di 6. Ma i killer piombati dalla Striscia hanno subito colpito a morte i genitori.
Roi, ha raccontato un suo collega, "amava fotografare la natura, i fiori, bambini in festa, certo non scene di guerra". In un'intervista alla televisione Canale 12, il fratello di Roi, Amit, ha ricostruito le fasi seguenti del dramma. "Michael - ha detto - mi ha telefonato e mi ha detto che i terroristi avevano ucciso i suoi genitori e anche Avigail". In un gesto disperato di protezione, Roi aveva infatti preso in braccio la bambina e sembrava che anch'essa fosse stata colpita. Invece - Amit lo avrebbe appreso solo in seguito - Avigail si era liberata ed era corsa dai vicini, la famiglia Brodtz. Questi l'hanno subito accolta. Ma mentre il padre della famigliola, Avichai, correva a prendere un'arma, i killer di Hamas hanno preso in ostaggio la moglie Hagar con i tre figli e la piccola Avigail.
Intanto nella casa di Roi e Smadar, Michael studiava un piano d'emergenza. Ha telefonato al centralino della polizia e ha ricevuto il suggerimento di nascondersi in un armadio con la sorellina. I due sono rimasti chiusi dalle sette di mattina fino alle nove di sera, quando finalmente lo zio è riuscito a organizzare per loro una squadra di soccorso. "Non riesco a immaginarmi adesso cosa significhi essere prigionieri a tre anni", ha detto Amit alla televisione della nipotina Avigail.
"Chi le lava i denti? Chi l'accarezza quando piange? Di cosa si nutre? Sono pensieri terribili". Una possibilità è che la vicina Hagar, con cui è stata rapita, sia ancora in grado di accudirla.
In Israele la mobilitazione per la liberazione degli ostaggi si estende di giorno in giorno. Sabato in migliaia si sono radunati in una piazza di Tel Aviv per esigere uno scambio di prigionieri con Hamas. In una piazza centrale della città sono esposti decine di lettini di bambini, vuoti, con coperte sgargianti, libri illustrati e pupazzetti di stoffa: pronti ad accogliere idealmente gli oltre 20 bambini, fra cui Avigail, una volta terminata la terribile agonia nei bunker dell'ala militare di Hamas.
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