Nessuno può dimenticare il video raggelante del padre Emily Hand, una bambina di 8 anni che il 7 ottobre era nel kibbutz di Beeri, tra i primi ad essere assaltati dai terroristi: con il viso devastato dalle lacrime aveva detto al mondo che era meglio che la sua bambina fosse morta, anziché finita ostaggio dei terroristi in un tunnel di Gaza. Oggi Channel 12 ha rivelato che è viva la piccola dai capelli rossi, con la sua maglietta col gelato dipinto, sorridente davanti a un campo di fiori nella foto che tutti hanno visto passare in tv. La famiglia è stata informata dalle autorità israeliane cinque giorni fa. Natalie, la sorella, è andata in televisione oggi per cercare di parlare direttamente a Emily. Ha guardato dritto nella telecamera, come se la bambina la stesse davvero ascoltando: "Voglio dirti che stiamo facendo di tutto per riportarti a casa. Sappiamo che sei tenuta in ostaggio. Ti vogliamo tanto bene e ci manchi".
Natalie ha raccontato la disperazione della famiglia quando era stata informata che la sorellina era morta: "Ci hanno detto che era stata uccisa. Eravamo in lutto", ha raccontato. Poi tutto è cambiato in un attimo. "Il 31 ottobre le autorità ci hanno detto che era molto probabile che fosse stata rapita, portata a Gaza".
Il 7 ottobre Emily si trovava a casa di un'amichetta nel kibbutz, ha detto Natalie, "e sembra che anche la sua amica e la madre siano state rapite. Anche alla loro famiglia era stato detto inizialmente che erano state uccise". Poi ha spiegato che Emily ha anche la cittadinanza irlandese e le autorità di Dublino hanno promesso che faranno tutto il possibile per farla tornare a casa.
Ora, cosa passi nel cuore di Thomas Hand si può provare solo ad immaginare, per certo senza una vera cognizione del suo dolore. Ma sicuramente risulta più facile supporre che avere una figlia rapita e non trucidata apra la porta a una speranza che l'idea della morte aveva chiuso per sempre.
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