Dopo Hamas, Hezbollah, Jihad islamica e varie milizie sciite in Iraq e Siria, sembra sempre più evidente l'intenzione dell'Iran di sguinzagliare anche i guerriglieri yemeniti Houti, che Teheran finanzia da anni e che dispongono di un sofisticato e letale arsenale di missili balistici e droni.
Nelle ultime ore l'esercito israeliano ha confermato che "un aereo senza pilota" che si è abbattuto oggi su Taba, in Egitto, proveniva "dall'area del mar Rosso". Ancora non è chiaro se dalle coste dello Yemen o da una nave. Ma in ogni caso, già la settimana scorsa il cacciatorpediniere americano Uss Carney, che incrociava proprio nelle acque del Mar Rosso, ha abbattuto quattro missili da crociera e 14 droni lanciati proprio dagli Houti, verso Israele.
Lo Stato ebraico dista oltre duemila chilometri dallo Yemen, ma già in passato i guerriglieri sciiti yemeniti hanno dimostrato di poter colpire obiettivi a grande distanza. Ad esempio nel 2019, quando hanno messo a segno con dei droni un bombardamento contro la raffineria di petrolio di Abqaiq, in Arabia Saudita. Oppure nel 2021 contro un centro commerciale di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, nonché diversi attacchi a navi commerciali nel Mar Rosso e il Golfo di Aden.
Sin dalla caduta del dittatore Ali Abdullah Saleh nel 2011, i ribelli Houti, con il sostegno di Teheran, hanno progressivamente conquistato gran parte dello Yemen, compresa la capitale Sanaa, impossessandosi poi anche di una vasta fetta dell'arsenale militare yemenita, inclusi missili, carri armati e mezzi aerei, che i guerriglieri hanno usato nella lunga guerra civile che li ha contrapposti al fronte sostenuto da Riad e Abu Dhabi e che ha causato la morte di oltre 370 mila persone.
In seguito di una tregua sponsorizzata dalle Nazioni Unite nell'aprile 2022, gli Houthi si sono astenuti dal lanciare attacchi di droni sul territorio dell'Arabia Saudita, mentre gli scontri armati tra rivali locali sono diminuiti in modo significativo. Nell'aprile di quest'anno i colloqui di pace, hanno poi registrato un'accelerazione, che ha portato il mese scorso ad una visita degli Houti a Riad. L'Iran ha dal canto suo smesso di inviare armi agli Houti, come parte di un accordo per normalizzare le relazioni tra Teheran e Riad in uno storico riavvicinamento diplomatico mediato dalla Cina.
In tutto questo, i ribelli yemeniti non si erano finora lasciati coinvolgere nel conflitto israelo-palestinese. Fino a quando, il 10 ottobre, il loro leader, Abdel-Malek al-Houthi, ha affermato che, se gli Stati Uniti interverranno direttamente nel conflitto di Gaza, il gruppo risponderà lanciando droni e missili e adottando altre opzioni militari. "Ci sono linee rosse quando si tratta di Gaza", ha detto.
Non sembra quindi una coincidenza che la "minaccia aerea proveniente dal Mar Rosso'" sia stata intercettata proprio oggi, quando la notte scorsa, aerei da guerra americani hanno bombardato in Siria due depositi di armi di gruppi di militanti sostenuti dall'Iran.
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