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'Restiamo umani', il messaggio di pace di Deborah

'Restiamo umani', il messaggio di pace di Deborah

Italo-israeliana: 'Nel mio villaggio anche i rifugiati aiutano'

19 ottobre 2023, 16:07

di Alessandra Chini

ANSACheck

Guerra in Medioriente, soldati israeliani perlustrano il sito del rave nel deserto © ANSA/AFP

Guerra in Medioriente, soldati israeliani perlustrano il sito del rave nel deserto © ANSA/AFP
Guerra in Medioriente, soldati israeliani perlustrano il sito del rave nel deserto © ANSA/AFP

"La collaborazione, l'amore, la generosità, il sostegno e l'aiuto pratico è quello in cui trovo la forza in questi giorni di guerra". I familiari e gli amici di Deborah, italo-israeliana che vive in un villaggio vicino a Eilat nel sud dello Stato di Israele, oggi si sono svegliati, con questo messaggio di pace per lo shabbat. La giovane, che ha deciso di rimanere in Israele, descrive quanto sta accadendo vicino a lei e le sue parole risuonano toccanti. "Restiamo umani", è il suo invito. "Ieri - racconta - poco prima dell'entrata di Shabbat ho pensato: ecco domani mattina mi sveglio e realizzo che questa settimana è stata solo un lunghissimo orribile incubo e non è mai realmente accaduta. E' così atroce. Come possono esseri umani fare cose del genere? Non è umano. E ho pensato anche, che l'unica cosa di cui avrei voluto tenere un ricordo è la forza della gente. Non parlo assolutamente dei politici. Parlo di noi, persone semplici. In men che non si dica, nonostante lo shock, è partita un'organizzazione di sostegno e d'aiuto incredibile".

Debora racconta di "case aperte per ospitare chi, purtroppo, la casa non ce l'ha più o è troppo pericoloso rimanerci" di "raccolte di tutto ciò che è necessario. Reti di psicologi e assistenti sociali attivati per dare sostegno professionale". "Chi si occupa dei bambini. Chi di coloro che hanno subito un trauma. Chi di proteggere la popolazione. Chi di dare conforto a chi ha perso dei propri cari o non sa ancora cosa ne sia di loro". E la solidarietà è di tutti, racconta. "E quando dico tutti - puntualizza - intendo inclusi anche rifugiati che Israele ha accolto negli anni, dall'Eritrea e dal Sudan, che in molti si sono presentati nei vari centri di aiuto e di logistica ed organizzazione delle raccolte di offerte per dare una mano ad organizzare e distribuire. E anche di alcuni cittadini, arabo-israeliani, che non si identificano in alcun modo con gli atti orribili compiuti dai terroristi, e anche loro aiutano come possono, donando e sostenendo". "Ed anche il fatto che alcuni degli arabi israeliani che aiutano e rimangono umani e viene loro bruciato il negozio va anche raccontato. Fa parte della realta' e di quello che sta succedendo", ha sottolineato. E' questo il messaggio che per lei deve arrivare a chi le è vicino, ma anche oltre. "La collaborazione - dice - l'amore, la generosità, il sostegno e l'aiuto pratico, visto proprio come una responsabilità come umani, senza dubbio e senza domande, è quello in cui trovo la forza in questi giorni di guerra. Spero che tutti noi, scegliamo e sceglieremo sempre di essere umani e preferiremo l'amore all'odio. Che ci ricorderemo che la vita, nostra e di tutti, è un dono e in quanto tale va rispettata. Che sceglieremo la solidarietà e investiremo le nostre energie nel costruire anziché distruggere. Shabbat Shalom".

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