E' stato depositato ufficialmente al Consiglio di Stato l'appello contro la sentenza con la quale nella tarda serata di ieri il Tar del Lazio ha confermato l'esclusione delle liste di appoggio alla candidatura di Stefano Fassina a sindaco di Roma per le consultazioni del 5 giugno prossimo. La terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, deciderà lunedì sull'appello proposto. L'udienza è stata fissata alle 12.
"Apprendiamo con rammarico la sentenza del Tar del Lazio che esclude le nostre liste dalla competizione elettorale a Roma. Non ci fermiamo qui. Siamo convinti delle nostre ragioni e ricorreremo al Consiglio di Stato". Lo ha dichiarato Stefano Fassina, candidato Si-Sel a sindaco di Roma.
E' confermata l'esclusione della lista Sinistra per Roma Fassina Sindaco dalle elezioni amministrative del 5 giugno. Lo ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto il ricorso della lista.
La commissione elettorale circondariale aveva escluso la lista per "vizi formali non sanabili". Errori formali nella compilazione dei moduli e nella modalità di certificazione di alcune firme. Fassina e i suoi hanno fatto ricorso al Tar dopo che la commissione elettorale del Comune di Roma ha rigettato una prima istanza di riammissione in autotutela.
Nelle ultime ore i rumors parlano di un'ipotesi di decreto 'salva-liste', sul quale, però, oggi il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha frenato. "Non ci sono precedenti di interventi di sanatoria per procedimenti elettorali, procedimenti che sono rigidi", ha detto Alfano anche se, fanno presente fonti parlamentari, un precedente al riguardo c'è. Non un decreto 'tout court', ma un decreto interpretativo che il governo Berlusconi, in occasione delle Regionali del 2010, varò risolvendo il caso dell'esclusione della lista Formigoni in Lombardia e di quella Polverini nel Lazio. Al decreto interpretativo si arrivò dopo una lunga scia di polemiche - che vide in trincea il Pd - e dopo un primo 'niet' del Colle a un provvedimento che, per riammettere le liste escluse, posticipasse la scadenza dei termini di presentazione. Oggi, a rischiare, sono innanzitutto la lista Fdi a Milano e quella che fa capo a Stefano Fassina a Roma. E nonostante i continui appelli di Fdi, fonti della maggioranza Dem escludono che l'ipotesi sia sul tavolo.
Il ministro ha anche avanzato l'ipotesi che si voti anche il lunedì, sia il 6 che il 20 giugno.