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Elezioni amministrative, il 31 maggio election day per quasi 23 milioni di italiani

E' emorragia affluenza, si ferma al 53,9%. Calo di ben 11 punti. Per le comunali 65% a urne, erano il 73,6%

Redazione ANSA

Sono stati quasi 23 milioni gli italiani chiamati al voto nell'election day del 31 maggio in 7 Regioni (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia). 

Il ballottaggio per le comunali è fissato al 14 giugno. Ad Aosta, Trento e Bolzano e in tutti i comuni di Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, si è votato invece il 10 maggio con ballottaggio il 24.

A urne chiuse l'affluenza alle regionali si ferma al 53,9%, una vera emorragia di voti, ben undici punti in meno rispetto a cinque anni fa, quando andò a votare il 64,1% degli aventi diritto. Solo un elettore su due è andato a votare. Anche per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali, generalmente più sentita dagli elettori, sono andati a votare solo il 65%; il dato precedente omologo superava il 73%. Una campagna elettorale fatta di faide e guerre tra e dentro le forze politiche, i candidati "impresentabili" e le polemiche che ne sono seguite, il bel tempo e il ponte del 2 giugno devono aver contribuito a spingere molti elettori lontano dalle urne. 

Per le regionali, i sistemi elettorali sono stati diversi da Regione a Regione, ma prevedono sempre il turno unico con premio di maggioranza al candidato governatore che ottiene più voti. Salvo nel caso della Toscana, la cui legge elettorale approvata di recente prevede il ballottaggio tra i due più votati se nessuno dei candidati presidenti raggiunge almeno il 40% dei voti. Nei Comuni con oltre 15mila abitanti, invece, si vota a doppio turno, con il ballottaggio, se nessuno supera il 50%, tra i due candidati sindaci che ottengono il maggior numero di voti. A chi vince va il premio di maggioranza. Agli elettori andrà una scheda in caso di votazioni solo per la Regione o solo per il Comune.

Due schede di colore diverso, invece, per il rinnovo sia del governatore che del sindaco. In Regioni e Comuni è possibile esprimere, oltre al voto al candidato governatore o sindaco e alla lista, anche il voto di preferenza. In gran parte dei casi, una doppia preferenza di genere: un candidato donna e uno uomo.

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